16 marzo 2015 16:42

Ci sono cose che, con le idee, è meglio non fare. Ne ho messe in fila alcune raccontandole in modo molto, ma molto semplice. Ecco.

Il buco
Gino ha un’idea. È bellissima e gli piace tanto. Peccato che nell’idea ci sia un buco. Ma Gino non se ne può accorgere perché riesce a vederla solo dalla parte buona. Quando Gino porta in giro la sua idea, molti gli dicono “ehi, ma c’è un buco!”. Qualcuno lo prende in giro “ah ah, c’è un buuuco!”. E qualcun altro gli dice “posso aiutarti ad aggiustare quel buco?”. Ma Gino pensa che tutti, senza distinzione, siano invidiosi, e non ascolta. Peccato: il buco si potrebbe aggiustare senza fatica e l’idea diventerebbe solida e splendente. Invece, così bucata, a poco a poco si sgonfia e a Gino non resta in mano niente.

Lo specchio
Pino ha un’idea. È rotonda e dorata: lui ci lavora giorno e notte per renderla lucida, liscia e perfetta. Non lascia che nessuno le si avvicini. Si scorda di mangiare, di dormire, di lavarsi la faccia e cambiarsi i calzini. Quando si specchia nella sua idea, si vede bellissimo. Così, giorno dopo giorno, anno dopo anno, continua a lucidarla. Finché muore, tutto solo: in mano ha qualcosa di piccolo, consumato e graffiato che forse, una volta, era un’idea.

Il furto
Dino ha avuto un’idea, tanto tempo fa. Quel maledetto di Lino gliel’ha rubata e se n’è andato in giro dicendo che l’idea era sua. Da allora, Dino non si dà pace. È in gamba e potrebbe avere nuove idee anche migliori, se solo nella sua mente non ci fosse, fissa e permanente, solo l’idea dell’idea che gli è stata rubata.

Il brivido
Lino è un ladro di idee. I produttori di idee sono a volte distratti, a volte ingenui, a volte fragili, e rubargli quello che hanno pensato è fin troppo facile. Lui li spia e, non appena vede un’idea, zac!, se la prende. Quel che non può rubare è il brivido di orgoglio e meraviglia che prova chi ha un’idea, nel momento in cui ce l’ha. Lino odia le idee che ha rubato: per lui restano estranee e sorde. Per questo le deforma o le rovina e, dopo un po’, le butta via. E ricomincia a spiare e a rubare.

La ricchezza
Mino è un commerciante di idee. In realtà, delle idee non gli importa un bel niente. Quel che conta è pagarle il meno possibile, venderle a caro prezzo e diventarci ricco. Gli riesce sempre: l’unica cosa che lo infastidisce è che, per la sua capacità di produrre ricchezza, la gente lo chiami Mino la Zecca. Dopotutto, “zecca” è anche il nome di un parassita ripugnante.

La singolarità
Tino ha avuto una splendida idea quando era molto giovane. L’idea ha riscosso un gran successo, e Tino con lei. Da allora, ha avuto idee sempre meno luminose: piccole parodie di quell’idea della quale non riesce a liberarsi, che una volta era nuova, ma oggi è vecchia e dimenticata. Così Tino, aggrappato a quell’unica idea, invecchia dimenticato anche lui.

Il fango
Zino ama disperatamente le idee, ma è un amore non ricambiato. Corteggia idee che lo evitano come la peste, invoca idee che non gli rispondono neanche “crepa”. Perfino quando dorme sogna idee da far proprie, per poi accorgersi, appena sveglio, che appartengono già ad altri. Povero Zino: per essere felice gli basterebbe avere un’idea anche piccola e bruttina, ma tutta sua. Per questo infanga, discredita e calpesta qualsiasi idea altrui. A renderlo ancora più molesto è un’incrollabile buonafede: non possono che essere brutte, detestabili e cattive, tutte quelle idee che si ostinano a voler essere di altri.

Il dono
Nino è veloce e le sue idee sono ancora più veloci di lui. Gli sgorgano dalla mente a frotte, a cascate, a chili. Una volta un’ideuzza gli è spuntata dal naso. Un’altra, se n’è trovata una bella grossa, ancora calda, sotto un’ascella. Nino ormai regala idee a chiunque incontri, semplicemente perché non sa più dove metterle e deve far spazio alle nuove. Ma così, regalate, le idee sembrano non valere niente. “Uffa, ancora lì a produrre idee”, dice la gente “non potresti provare a fare qualcosa di utile?”.

Il comando
Cino ha bisogno di un’idea vincente. Per questo arruola una squadra di esperti veterani produttori di idee: gente che ne ha viste, e pensate, di tutti i colori. “Devo tenere in riga questa marmaglia”, ragiona Cino, e si organizza: sveglia alle sei di mattina, ginnastica, alzabandiera, colazione (solo caffè). Seguono: sessione sul regolamento, sessione strategica, sessione di pianificazione, sessione motivazionale, sessione di riscaldamento e, finalmente, sessione di idee. “Pronti! Puntare! Ideare!”, ordina stentoreo Cino. Sapreste indovinare la reazione dei veterani?

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