02 dicembre 2014 09:29

Qualcuno potrà anche sollevare obiezioni sul contenuto, ma la forma ha segnato un grande passo in avanti. Nella giornata di ieri, dopo aver assunto l’incarico di presidente del Consiglio europeo, l’ex premier polacco Donald Tusk ha parlato e agito da presidente dell’Unione; non più da semplice moderatore delle riunioni dei 28 capi di stato e di governo ma come portavoce e incarnazione di una protagonista della scena internazionale: l’Unione europea.

Tusk ha sollevato la cornetta del telefono e ha chiamato Barack Obama per presentarsi come suo interlocutore alla pari. Tra i due presidenti l’argomento principale di conversazione è stata l’Ucraina. Obama e Tusk hanno sottolineato entrambi quanto sia importante che la Russia ritiri le sue truppe dalle province orientali in mano ai separatisti, mentre l’Ue e gli Stati Uniti continueranno a coordinare le sanzioni contro Mosca fornendo un aiuto finanziario agli ucraini.

Su questo, nessuna capitale europea avrà da ridire, perché il presidente del Consiglio europeo ha espresso la posizione comune dei 28 stati membri. Forse, però, non tutti apprezzeranno il fatto che Tusk abbia stabilito un contatto diretto con la Casa Bianca rafforzando il proprio ruolo a discapito degli altri. Inoltre, il presidente del Consiglio europeo ha deciso insieme a Obama di “rafforzare ulteriormente i legami tra l’Ue e la Nato”. La formula è abbastanza vaga da non provocare scossoni, ma molti governi e cittadini europei avrebbero preferito che si parlasse dello sviluppo di una difesa europea, di cui tra l’altro i polacchi sono i principali sostenitori.

Qualcuno, insomma, storcerà il naso, ma resta il fatto che Donald Tusk ha preso l’iniziativa per smentire l’ex segretario di stato statunitense Henry Kissinger, che un giorno aveva sarcasticamente domandato: “L’Europa? Qual è il suo numero di telefono?”. L’Ue è finalmente una realtà di fatto, ed è un bene che Tusk abbia deciso di esercitare il suo mandato con fermezza e combattere la crisi economica con “determinazione incessante”.

Il presidente della Commissione ha deciso di investire 300 miliardi di euro nella crescita. Il presidente del Consiglio europeo farà esistere concretamente l’Unione. Le cose finalmente stanno cambiando in Europa, dove la Francia, la Germania e l’Italia hanno appena chiesto alla Commissione una direttiva europea contro il dumping fiscale. Se la loro richiesta sarà esaudita (e dovrebbe esserlo) sarà la fine di uno scandalo e un grande passo verso l’armonizzazione fiscale.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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