23 agosto 2016 09:46

Quella che agli inizi, nel 2011, era stata solo una rivolta pacifica contro la dittatura di Assad, ha finito per coinvolgere Stati Uniti, Russia, Arabia Saudita, Iran e Turchia in un conflitto che in questi giorni devasta la città di Aleppo dopo aver provocato la morte di 300mila persone e aver cacciato milioni di siriani dal loro paese.

Tutto il Medio Oriente è stato destabilizzato dal conflitto siriano, e anche l’Europa è stata stravolta dall’afflusso di profughi sulle sue coste e dalla moltiplicazione di attentati jihadisti nei paesi dell’Unione. La guerra in Siria ha assunto una dimensione internazionale e oggi siamo dove siamo perché Bashar al Assad ha risposto alle manifestazioni del 2011 ordinando di sparare su una folla armata solo dei suoi slogan.

Il faccia a faccia tra Mosca e Washington

Rapidamente lo scontro si è trasformato in una guerra civile in cui l’Iran sciita è intervenuto con forza perché la famiglia Assad appartiene alla corrente alawita dello sciismo, mentre il 60 per cento dei siriani è sunnita. L’Iran è corso in aiuto di un potere sciita minoritario minacciato da una maggioranza sunnita, mentre le potenze sunnite, Arabia Saudita in testa, hanno armato e finanziato quella che ha finito per diventare una ribellione sunnita.

Le due correnti dell’islam e i loro paladini si sono ritrovate una contro l’altra in Siria, ed è in questo contesto che i sunniti iracheni, ex ufficiali dell’esercito di Saddam Hussein, si sono alleati agli estremisti islamici sunniti della Siria per formare il gruppo Stato islamico (Is), che doveva essere l’embrione di un nuovo stato sunnita a cavallo tra la Siria e l’Iraq.

Il governo turco ha paura, tanto che si prepara a intervenire in Siria contro i curdi siriani, su cui gli Stati Uniti si appoggiano nella lotta contro l’Is

A quel punto, circa un anno fa, è intervenuta la Russia per rimettere piede in Medio Oriente schierandosi a fianco di Bashar al Assad e dell’Iran. Questo intervento di Mosca non ha restituito il controllo del paese al governo di Damasco, ma in un faccia a faccia pericolosissimo gli aerei americani e russi hanno cominciato a incrociarsi nel cielo siriano, i primi per colpire l’Is e i secondi per schiacciare i ribelli.

In questo momento l’Is è in fase di arretramento, ma la Siria è completamente sprofondata nel caos, tanto che i curdi sono sul punto di unificare i loro territori nel nord del paese alla frontiera con le regioni turche abitate dai curdi di Turchia, in continua rivolta contro Ankara. Ora è proprio la Turchia a rischiare lo sfaldamento. Il governo turco ha paura, tanto che si prepara a intervenire in Siria contro i curdi siriani, su cui gli Stati Uniti si appoggiano nella lotta contro l’Is.

In Siria, insomma, è in atto un tutti contro tutti, ma nonostante ciò sopravvive una speranza di pace perché la situazione è talmente pericolosa che statunitensi e russi stanno cercando freneticamente di riavvicinare le posizioni, mentre gli iraniani sono preoccupati dal ritorno della Russia nella regione e la Turchia vuole solo preservare l’unità della Siria per evitare la nascita di un Kurdistan siriano indipendente. I diplomatici lavorano giorno e notte, ma se si arriverà alla pace non sarà sicuramente in tempi brevi.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

Bernard Guetta sarà al festival di Internazionale a Ferrara dal 30 settembre al 2 ottobre 2016.

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