24 agosto 2016 09:20

“L’Europa non è finita”, ha dichiarato il capo del governo italiano Matteo Renzi a margine dell’incontro del 22 agosto con Angela Merkel e François Hollande. Ma davvero possiamo credergli?

Difficile a dirsi, perché anche se l’unità europea non è ancora morta se la passa comunque male, molto male. I britannici hanno voltato le spalle al progetto europeo e l’euroscetticismo è talmente diffuso che un numero sempre maggiore di europei crede che il loro paese se la passerebbe meglio da solo. Oggi non ci sono più leader politici, in nessun paese membro o quasi, che vogliano azzardarsi a difendere l’ambizione europea sventolando il vessillo dell’Unione.

Basterebbe che alcuni di loro – sei, dodici o quindici – annunciassero il lancio di progetti industriali comuni, la creazione di una ricerca universitaria comune, l’unificazione delle forze armate o la mobilitazione dei giovani in un servizio civile europeo per spingere molti cittadini dell’Ue a credere in un’inversione di rotta. Ma le cose, purtroppo, non stanno così.

Finiti i grandi ideali

Hollande e Merkel pensano solo alle elezioni di primavera e del prossimo autunno e non vogliono agitare gli animi. I capi di governo di Francia e Germania mantengono un atteggiamento prudente, attendista, convinti di sapere cosa bisogna fare ma altrettanto convinti che non è il momento, è troppo presto, si vedrà dopo le elezioni.

Per questo l’Europa muore, perché non incarna nessun grande ideale e non ha motivi che la spingono ad andare avanti. Di questo passo, tra elezioni e ignavia, potrebbe presto ridursi a una targa – Unione europea – su qualche palazzo di Bruxelles.

Sull’Europa non possiamo aspettarci niente di buono dagli attuali capi di stato e di governo

Temo che questo sia il futuro dell’Unione, e mi rammarico profondamente perché è assurdo pensare che in un mondo dove il denaro non conosce più confini e si fa beffe delle leggi nazionali, in un mondo che sarà presto dominato dagli stati-continente vecchi e nuovi, le potenze europee (che sono di media taglia) possano pensare di difendere da sole il nostro modello di protezione sociale e il nostro posto sulla scena internazionale. Solo uniti potremmo farlo. Sparpagliati e in guerra gli uni contro gli altri a colpi di svalutazioni competitive, non ce la faremo mai.

È un’evidenza che i britannici hanno ormai compreso, come dimostra il fatto che continuano a rinviare l’ufficializzazione della loro uscita dall’Unione. Un’evidenza che da sola giustifica l’ottimismo di Matteo Renzi. Sull’Europa non possiamo aspettarci niente di buono dagli attuali capi di stato e di governo, che non sono né Churchill né Charles De Gaulle. Ma forse possiamo sperare in un sussulto dell’opinione pubblica, dei cittadini europei, degli intellettuali e dei giornali, che sono in grado di capire qual è l’interesse dell’Europa e sanno benissimo che anche le civiltà possono sparire.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

Bernard Guetta sarà al festival di Internazionale a Ferrara dal 30 settembre al 2 ottobre 2016.

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