13 settembre 2016 09:29

L’Unione europea si ritrova il 16 settembre a Bratislava, divisa non solo a causa della Brexit, ma anche delle divergenze tra i 27 stati rimasti riguardo all’avvenire e al modo di rialzarsi.

A nord, dove la nuova destra eurofoba è particolarmente forte, vogliono solo consolidare la situazione attuale con discrezione e pragmatismo, evitando qualsiasi passo in direzione di una maggiore unità per non alimentare il nazionalismo. A sud, invece, vogliono raccogliere la sfida dell’euroscetticismo rispondendo con un rilancio della spesa pubblica e uno sviluppo delle politiche comuni, manifestando un chiaro interesse per l’unità europea.

Polonia e Ungheria vogliono tornare a un’Unione delle nazioni in cui le istituzioni comuni contino ancora meno di oggi e in cui si possa affermare ulteriormente l’identità cristiana dell’Europa, senza troppa attenzione al rispetto della democrazia. Infine al centro, nel cuore dell’Unione, ci sono la Francia e la Germania, decise a ridefinire le basi politiche comuni e a riavviare il processo di unificazione politica dell’Europa.

Polizia e difesa comuni
Il compito che attende Parigi e Berlino è arduo. Il pericolo di uno slittamento dell’Unione è reale, ma a ben vedere la causa non è disperata. Prendiamo Polonia e Ungheria. I loro attuali leader detestano la Commissione e il Parlamento europeo e rifiutano qualsiasi diktat in nome dei trattati e delle decisioni comuni. L’Unione, ai loro occhi, è fonte di decadenza e immigrazione indesiderata.

Budapest e Varsavia non amano l’Unione ma non possono farne a meno

Eppure questi paesi sono anche legati ai finanziamenti europei, da cui le loro economie dipendono, e contano sull’Unione per far capire al Regno Unito che non potrà conservare i vantaggi del mercato comune rifiutando l’accesso sul suo territorio agli emigranti polacchi e ungheresi, e ancora meno espellendoli.

Budapest e Varsavia non amano l’Unione ma non possono permettersi di farne a meno. Che lo vogliano o no, dovranno contribuire alla ripresa dell’Europa unita. In tutto questo c’è un argomento, la sicurezza interna ed esterna, su cui i 27 si ritrovano in accordo senza eccezioni.

Nell’epoca del terrorismo, tutti i paesi dell’Unione sono favorevoli a un rafforzamento della cooperazione di polizia e allo sviluppo della difesa europea. È con questo pretesto che francesi e tedeschi vogliono rafforzare l’Europa proponendo, come hanno fatto il 12 settembre, di dotare l’Unione di mezzi di trasporto militare, di un quartier generale permanente, di capacità di protezione comune e di una ricerca militare comune, aprendo la strada a un’industria della difesa europea.

Questa difesa non è solo una necessità per la sicurezza, ma anche uno strumento federativo che porterà sviluppo tecnologico, una vera diplomazia comune e l’affermazione economica e politica dell’Europa sulla scena internazionale.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

Bernard Guetta sarà al festival di Internazionale a Ferrara dal 30 settembre al 2 ottobre 2016.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it