04 novembre 2016 09:47

È un interrogativo serio, solamente sfiorato il 3 novembre in occasione del secondo dibattito tra i candidati alle primarie francesi di destra e di centro. Nella guerra ancora agli inizi tra sciiti e sunniti, da che parte vogliono stare gli occidentali?

In termini morali non esiste una risposta. L’Iran e l’Arabia Saudita, capofila dei due schieramenti, sono entrambi governati da regimi detestabili. L’uno e l’altra applicano la pena di morte, e nessuno dei due presenta un sistema giudiziario indipendente. Entrambi impongono il velo alle donne. La monarchia saudita, assoluta, può agire a suo piacimento. In Iran si tengono elezioni parlamentari e presidenziali, ma le istituzioni repubblicane sono totalmente sottomesse alle istituzioni clericali, tanto che gli elettori possono scegliere solo tra diverse correnti del clero. È già qualcosa, ma non abbastanza.

In termini di interessi a lungo termine, invece, le cose sono più chiare. Con un livello culturale elevato grazie a università importanti dove le donne sono più numerose degli uomini, la società iraniana è incredibilmente moderna (a prescindere dal velo) e assolutamente pronta alla transizione democratica a cui aspira. La situazione è molto diversa in Arabia Saudita, paese ancorato alla tradizione più retrograda e privo di qualsiasi cultura politica. L’Iran ha già intrapreso la sua lunga marcia verso la democrazia, mentre l’Arabia Saudita è ancora molto indietro. In Iran esiste la possibilità di un’evoluzione pacifica del regime, mentre in Arabia Saudita una caduta della monarchia sarebbe solo il preludio a un periodo di caos. E non è tutto.

Pronti per la libertà
Nello sciismo esistono una tradizione di lettura analitica dei testi sacri e scuole religiose concorrenti che fanno soffiare un vento di critica libera sui fedeli. In questo lo sciismo è molto vicino all’ebraismo e al protestantesimo, mentre il sunnismo e il suo letteralismo evocano il cattolicesimo del passato, quello della lettura monotona dei testi che i fedeli dovevano conoscere a memoria ma su cui non erano autorizzati a interrogarsi.

In questo senso lo sciismo e l’Iran sono più pronti per la libertà e il mondo moderno di quanto non lo siano il sunnismo e l’Arabia Saudita. Si tratta di un fatto indiscutibile, anche se l’Iran deve ancora fare molta strada, perché resta una teocrazia ed è lo stesso paese che semina guerra in Medio Oriente nel tentativo di tornare ai fasti dell’antica Persia di cui è l’erede, diventando la potenza dominante della regione. Al contrario, l’Arabia Saudita cerca di mantenere la stabilità regionale da cui trae grandi benefici.

Tra l’Iran e l’Arabia Saudita, dunque, la scelta è tra la sicurezza a breve termine e la modernità a lungo o medio termine. È per questo che gli occidentali restano fedeli all’alleanza con Riyadh e allo stesso tempo cercano di gestire Teheran. Più che una scelta politica è un atto di prudenza. Non è un comportamento audace, ma forse, per il momento, non c’è altro da fare.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it