17 novembre 2016 09:45

Barack Obama ha salutato l’Europa. Dopo la Grecia, dove è arrivato il 15 novembre, oggi sarà il turno della Germania. La scelta dei due paesi la dice lunga sullo stato del mondo.

Perché la Grecia, paese piccolo e fragile? Perché è la culla della democrazia e perché l’Unione di cui fa parte (contro tutto e contro tutti, nonostante le enormi difficoltà economiche che attraversa) “non è solo buona per i popoli europei”, ha sottolineato Obama, “ma anche per il mondo e per gli Stati Uniti”. Da Atene, Obama si è rivolto a noi europei per invitarci a difendere la democrazia con tutte le nostre forze in un periodo in cui è seriamente minacciata, difenderla contro la collera cieca e il “profondo sentimento di ingiustizia” alimentato dall’aumento delle disparità sociali nate dalla globalizzazione dell’economia.

Obama non ha pronunciato il nome del suo successore e non ha fatto alcuna allusione all’ascesa della nuova estrema destra europea, ma chiaramente si riferiva all’ondata di malcontento sfruttata da Trump, all’insoddisfazione sociale che premia i demagoghi e i venditori di illusioni e odio. Obama ci chiede di serrare i ranghi, come se ormai fosse convinto che dopo l’8 novembre l’Europa sia diventata il bastione della democrazia più di quanto lo siano gli Stati Uniti.

Berlino capitale dell’Europa
Ma perché dopo la Grecia ha scelto la Germania e non il Regno Unito, tradizionale alleato degli statunitensi, o la Francia che su tutti i fronti è in prima linea nella lotta contro il fanatismo islamico?

La risposta è evidente, per quanto sia tristemente e dolorosamente semplice. Il Regno Unito ha scelto di uscire dall’Unione nel momento in cui c’è più bisogno di rafforzarla, mentre la Francia è indebolita dalla sua crisi economica, dalle divisioni e dall’ascesa del Front national, un partito che vorrebbe voltare le spalle all’unità europea e vede nel rifiuto dell’immigrazione la soluzione a tutti i problemi di oggi.

È nella Germania, la Germania in cui Angela Merkel aspira al suo quarto mandato, che Obama vede la speranza di un’Europa abbastanza forte da difendersi dall’estremismo e proteggere la democrazia. Il presidente americano saluterà anche gli altri leader europei, ma lo farà nella capitale tedesca, perché la considera la capitale dell’Europa.

Obama ha ragione. Da francese mi costa ammetterlo, ma Berlino non è solo la capitale della prima potenza economica dell’Unione. Come lo è stata Parigi all’inizio del secolo scorso, oggi è la città in cui convergono i migliori artisti del mondo. È la capitale culturale dell’Unione ed è la capitale del paese che più di ogni altro si dimostra all’altezza dei valori dell’Europa accogliendo i rifugiati siriani. Se Obama l’ha scelta per salutare l’Europa è perché Berlino è indiscutibilmente la capitale del vecchio continente.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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