03 gennaio 2017 10:16

Donald Trump non esita a dirlo e molti occidentali sono d’accordo con lui. Siamo in guerra, dicono, una guerra dichiarata dall’islam contro l’occidente. Ma i fatti smentiscono questa tesi: l’Iraq dopo la Turchia, 35 morti il 2 gennaio a Baghdad dopo i 39 del 1 gennaio in una discoteca di Istanbul. Il terrorismo islamico colpisce tanto i paesi musulmani quanto l’occidente. In Iraq gli attentati sono quasi quotidiani mentre la Turchia ne ha subiti quindici in dodici mesi.

Prima dell’attacco in discoteca c’è stato l’omicidio dell’ambasciatore russo ad Ankara, e prima ancora gli attentatori suicidi avevano fatto vittime tra i musulmani, al grido di “Allahu akbar”, colpendo pullman pieni di poliziotti, un matrimonio con una cinquantina di invitati, l’aeroporto di Istanbul e vari comizi politici.

È in corso una guerra tra l’islam sunnita e quello sciita, e tra i rispettivi paladini, l’Arabia Saudita e l’Iran. L’Iraq è un bersaglio privilegiato perché l’intervento statunitense ha portato al potere la maggioranza sciita dopo decenni di dittatura dei sunniti, che ormai si battono contro l’emarginazione economica e politica.

Cambio di alleanze
La Turchia è terreno di scontro perché il suo presidente, dopo aver sostenuto i ribelli siriani, si è riavvicinato alla Russia nel timore che la nascita di un Kurdistan siriano autonomo possa risvegliare l’indipendentismo dei curdi turchi. Per difendere la sua integrità territoriale la Turchia sunnita si è schierata così con il regime di Damasco, i cui esponenti sono seguaci di una corrente dell’islam sciita. Questo cambio di alleanze è all’origine degli attentati sanguinari che colpiscono il paese.

Perfino il gruppo Stato islamico (Is), mandante di questi massacri, non è mosso tanto dal fanatismo religioso quanto dai suoi interessi in questa guerra tra i due islam, perché il suo obiettivo primario è creare un nuovo stato sunnita a cavallo tra l’Iraq e la Siria, entrambi controllati dagli sciiti.

L’Iran ha messo piede nei territori arabi appoggiandosi alle minoranze

L’islam non è in guerra contro l’occidente ma contro se stesso. L’Iran ha messo piede nei territori arabi appoggiandosi alle minoranze, cosa che l’Arabia Saudita non vuole e non può permetterlo, mentre la Siria è diventata il campo di battaglia di questa guerra d’influenza che mette a ferro e fuoco il Medio Oriente. L’Europa non ha nessun ruolo in questa battaglia ma ne è vittima, perché per molto tempo ha dominato il Medio Oriente e ancora oggi è considerata responsabile di tutti i mali che colpiscono la regione.

A causa dell’intervento britannico e statunitense in Iraq e dell’indifferenza degli occidentali verso la Siria, gli estremisti islamici sunniti considerano l’Europa, pur a torto, come un alleato degli sciiti. È per questo che reclutano cani sciolti in Europa ed è per questo che l’Europa, a cominciare dalla Francia, combatte l’Is per prevenirne gli attentati. L’Europa, insomma, è solo una vittima collaterale di questa guerra.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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