17 marzo 2011 00:00

Quella che le autorità giapponesi hanno descritto come “la peggiore catastrofe avvenuta dopo la fine della seconda guerra mondiale” è stata accompagnata da alcune delle immagini più impressionanti mai viste. Immagini uniche, che permettono di mettere in evidenza il concetto di punto di vista. In senso anche fisico.

Mentre ancora si parlava di poche centinaia di vittime, i video realizzati da un elicottero in cui si vedeva l’avanzata inesorabile dello tsunami avevano fatto il giro del pianeta. L’enorme onda nera – che travolge e distrugge tutto, cancella strade e fiumi, rivolta barche, automobili e camion come fossero giocattoli disposti su un plastico – non sembra reale.

Impossibile, vedendola dall’alto, da lontano, immaginare che avanza a settecento chilometri all’ora. Le auto, i camion e le barche trascinate dall’acqua sotto un ponte hanno una dimensione più facile da percepire. Sono su una scala, in un certo senso, più umana. Le fotografie ridiventano quello che sono: immagini ferme, più precise dei video, che rendono con maggiore chiarezza i dettagli. Ma sono completamente denudate di ogni informazione intrinseca.

La Terra vista dal cielo in versione catastrofe, nella sua astrazione, offre il punto di vista più terrificante e al tempo stesso più giusto: un’illustrazione perfetta della forza incontrollabile della natura, che bisogna essere capaci di guardare dall’alto.

Internazionale, numero 889, 17 marzo 2011

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