21 agosto 2015 13:29

Mia figlia e il suo ragazzo, entrambi ventottenni ed entrambi con un lavoro, hanno deciso di sposarsi. Non sono contraria, ma preferirei che provassero la convivenza prima di prendere un impegno più grande. Possibile che siano più all’antica di me?–Federica

Che alcuni figli siano più all’antica dei genitori è sicuramente possibile, ma forse tua figlia ha letto lo studio del sociologo Nicholas H. Wolfinger, dell’università dello Utah, secondo cui oggi le coppie che si sposano dopo i trent’anni corrono un rischio di divorziare più alto di quelle che si sposano tra i venticinque e i trent’anni. Sia ben chiaro: il tasso di divorzio degli sposi adolescenti è sempre il più alto (32 per cento), seguito dalla fascia d’età tra i venti e ventiquattro anni (20 per cento).

Ma la novità messa in luce da questo studio è che dai trent’anni in poi il tasso di divorzi riprende gradualmente a salire, così che un matrimonio contratto a ventotto anni ha più possibilità di durare rispetto a uno celebrato dieci anni più tardi. Anche senza ricorrere ai numeri, comunque, a me sembra plausibile che la finestra temporale in cui si costruisce la propria vita, si comincia a fare un mestiere, si sceglie una casa sia anche quella ideale per trovare la persona con cui condividere il futuro. A ventotto anni si è ancora persone in divenire, forse più capaci di accettare l’altro e i suoi limiti. E nel paese dei vitelloni, due ragazzi pronti a prendersi un impegno reciproco mi sembrano una coppia molto moderna.

Questo articolo è stato pubblicato il 21 agosto 2015 a pagina 12 di Internazionale, con il titolo “Coppie moderne”. Compra questo numero | Abbonati

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