16 ottobre 2015 12:17

Mia figlia di tredici anni ci ha informati che non verrà più a messa la domenica. Mi sembra presto per deciderlo. Ho sbagliato qualcosa?–Fiorenza

Una domenica di qualche anno fa siamo andati in una chiesa anglicana in Svizzera per assistere all’ordinazione di un’amica sacerdote. Prima dell’inizio della liturgia, mentre tremavo all’idea di come avrei tenuto i miei figli fermi e zitti durante la funzione, sono arrivati due giovani che hanno raccolto tutti i bambini e li hanno portati in una sala sul retro a fare disegni del presepe e bere succo di mela. E io ho avuto come un’illuminazione mistica: canti, preghiere, silenzio e babysitter gratuiti per un’ora a settimana? Quasi quasi mi converto.

Qui in Scandinavia le chiese hanno un’area giochi dove i bambini possono sedersi a leggere un libro o fare le costruzioni, mentre i genitori pregano accanto. Secondo me a sbagliare non sei tu, Fiorenza, ma le chiese che si aspettano comportamenti irrealistici dai loro fedeli, compresi i più piccoli. Quando, a quattordici anni, ho smesso di andare a messa non è stato per una crisi di fede, ma per noia. Pensa alla formula “Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato”: io non ne potevo più di passare la mia unica mattina libera della settimana a ripetere a pappagallo strane frasi tradotte dal latino. Lasciare tua figlia libera da costrizioni istituzionali è il modo migliore per permetterle di trovare la sua strada verso la fede.

Questa rubrica è stata pubblicata il 12 ottobre 2015 a pagina 16 di Internazionale, con il titolo “Illuminazione mistica”. Compra questo numero | Abbonati

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