08 gennaio 2016 13:26

Sono una mamma single con un figlio in pieno tumulto preadolescenziale: ne usciremo tutti e due psicologicamente indenni prima o poi?–Desperate

“Quando un ragazzino compie tredici anni chiudilo in un barile e dagli da mangiare attraverso un buco. Quando ne compie sedici, tappa il buco”. La frase, di solito attribuita a Mark Twain, è un buon consiglio, ma poco praticabile, a cominciare dal fatto che oggi di barili in giro ce ne sono molti meno. Sull’adolescenza brancoliamo tutti nel buio, ma quando sento di ragazzini che sfidano i limiti, che scoprono la loro indipendenza, che reagiscono in modo rabbioso verso i genitori, che hanno bisogno di risposte chiare quando infrangono le regole, che imparano a camminare sulle loro gambe e con cui è impossibile ragionare mi viene tanto da pensare a quando i miei figli avevano due anni.

Mi chiedo se per gestire l’adolescenza dei nostri figli possa essere utile ispirarsi a quel misto di rigida disciplina e spinta verso la vita con cui li trattavamo quando avevano appena imparato a camminare. Praticare quella vigilanza controllata con cui li guardavamo arrampicarsi su uno scivolo altissimo, inghiottendo la paura e lasciandogli esplorare il mondo senza perderli di vista. Non posso dirti se questo approccio funzionerà, però di una cosa sono certo: mentre cercherai il modo migliore per uscire indenne dai prossimi anni, evita di cadere nella trappola della mamma complice. Un ragazzo di tredici anni, proprio come un bambino di due, ha bisogno che tu faccia la madre e non l’amica.

Questo articolo è stato pubblicato l’8 gennaio 2016 a pagina 14 di Internazionale, con il titolo “Prove di adolescenza”. Compra questo numero| Abbonati

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