04 aprile 2016 10:35

A giugno ho la maturità e i miei genitori spingono molto perché m’iscriva all’università. Soffoco i dubbi e faccio come dicono loro?–Andrea

“Il delicato ecosistema delle dinamiche familiari mi è saltato agli occhi durante le prime settimane delle primarie, vedendo la famiglia Bush fare quadrato intorno a Jeb”. A scrivere è Frank Bruni, editorialista del New York Times e autore di un fortunato libro sull’ossessione americana per le ammissioni all’università. Che continua: “Barbara, sua madre ingobbita e novantenne, ha arrancato dietro a lui in giro per il New Hampshire a temperature polari, nell’ultimo tentativo di rianimare la sua corsa alla presidenza. Suo fratello maggiore, George W., è arrivato dal Texas nel South Carolina per un comizio speciale, e dietro le quinte si sono colpiti petto contro petto – forse un vecchio rito di quando erano ragazzini – e poi si sono abbracciati”.

Assistendo a tutto questo pensavo: che fortuna che ha Jeb Bush. Circondato da tanta lealtà. Protetto da tanto amore. Qualche giorno dopo, però, con un discorso commosso ha interrotto una campagna di cui non era mai sembrato troppo convinto. E allora ho pensato: che fardello che si porta dietro. Paragonato a modelli così difficili da emulare. Obbligato a tenere il loro passo. La sua corsa alla Casa Bianca è una metafora dei vantaggi e degli svantaggi di appartenere a una famiglia molto unita: non ti manca mai la spinta dei tuoi cari, che ti avvolgono con il loro sostegno. Ma non ti mancano mai neanche dei giudici, che ti mettono pressione con le loro aspettative.

Questa rubrica è stata pubblicata il 1 aprile 2016 a pagina 14 di Internazionale, con il titolo “Pressioni familiari”. Compra questo numero | Abbonati

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