27 gennaio 2017 15:48

Mia figlia di cinque anni ha cominciato a dire bugie: è la fine dell’età dell’innocenza?–Daniela

Da noi c’è una scena che si ripete spesso. Qualcuno combina un guaio e io chiedo spiegazioni. “Ti giuro che non sono stata io, papà!”, dice la prima; “Io neanche, è stato lui”, dice la seconda indicando il fratello più piccolo, che con occhioni da cinquenne mi dice: “Non ho fatto niente!”. Io li guardo uno per uno, finché mi arrendo alla realtà: non ho idea di chi menta. Ma a quanto pare non sono il solo: secondo i dati raccolti da 45 esperimenti che hanno coinvolto diecimila tra bambini e adulti, nonostante la maggior parte dei genitori ritenga di capire quando i figli mentono, in realtà questo succede solo nel 47 per cento dei casi.

Praticamente, secondo questo rapporto pubblicato su Law and Human Behaviour, se invece di basarmi sull’istinto tirassi a indovinare, avrei maggiori possibilità di azzeccarci. Se però sei sicura che tua figlia dica bugie, puoi cercare di sviluppare la sua onestà nello stesso modo in cui favorisci le altre qualità: con l’incentivo. Un altro studio, uscito sul Journal of Experimental Psychology, ha rivelato che i bambini più sinceri sono quelli che associano all’onestà un sentimento di benessere e sollievo. “Non si tratta di non sgridare il bambino”, spiega il professore Craig Philips, autore della ricerca, “ma di asserire prima di tutto che siamo contenti che ci abbia detto la verità. Perché a prescindere dalla punizione, dire la verità diventerà più attraente se lui sa che ci fa piacere”. L’importante comunque è che i nostri figli non scoprano mai quanto siamo negati a capire se dicono bugie.

Questa rubrica è stata pubblicata il 27 gennaio 2017 a pagina 12 di Internazionale. Compra questo numero| Abbonati

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