03 marzo 2017 13:31

Siamo proprio sicuri che nelle coppie di genitori omosessuali il fatto che non ci sia un legame biologico con i figli non faccia alcuna differenza?–Ennio

Io posso dirti che nel mio caso la differenza non c’è e, tra tutti gli episodi con cui potrei dimostrartelo, ti racconto questo: ero con i bambini a una fermata sovraffollata, determinato a entrare nell’autobus anche a costo di dare qualche gomitata. Quando siamo riusciti a salire a bordo, però, mi sono reso conto che mio figlio più piccolo era rimasto fuori. Ma non ho avuto neanche il tempo di reagire: le porte si sono chiuse, l’autobus è partito e io ho visto il mio piccolo di cinque anni, con il cappello con il pon pon in testa e lo zainetto sulle spalle, che si guardava intorno spaventato e sempre più lontano.

Ho cominciato a gridare all’autista di fermarsi, perché dovevo scendere subito, ma lui mi ha risposto impassibile che avrei dovuto aspettare la fermata successiva. Allora mi sono messo furiosamente a cercare il freno d’emergenza, ho tentato di aprire la porta con la forza, ho cominciato a prenderla a calci. Ero disperato, mi sembrava un incubo e, infatti, pochi istanti dopo mi sono trovato seduto sul letto, sudato e ansimante. I sogni non hanno pietà di nessuno, neanche dei genitori, ma hanno un pregio: dicono sempre la verità. E il fatto che io non sia il padre biologico di mio figlio non sembra davvero fare differenza per il mio inconscio, che sa bene dove andare a colpire quando vuole farmi sfogare un po’ del mio stress da genitore.

Questa rubrica è stata pubblicata il 3 marzo 2017 a pagina 16 di Internazionale. Compra questo numero| Abbonati

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