24 marzo 2017 14:22

Nonostante sia un padre molto coinvolto nella cura di mia figlia di dieci mesi, l’idea di un viaggio aereo Londra-Pisa da solo con lei mi preoccupa un po’. –Rob

Viaggiando da solo con tua figlia farai una scoperta strabiliante: il mondo ama, anzi, adora un papà che viaggia con i bambini. Ti faranno imbarcare prima, ti accoglieranno nel bagno delle donne per usare il fasciatoio, ti chiederanno continuamente se hai bisogno di aiuto e, cosa inimmaginabile, riuscirai perfino a strappare un sorriso all’agente del controllo passaporti. E comunque consolati con il fatto che da te, a differenza di me, nessuno si aspetta molto.

Io, la prima volta che sono tornato in Italia da Copenaghen da solo con i bambini, ero in assetto da guerra: dvd, merende, giocattoli, libri per disegnare, qualunque cosa avesse potuto tenerli buoni. Una ragazza seduta accanto a me, godendosi un po’ incredula questa scena di un papà che viaggia con tre figli, mi fa: “Scusi, ma la mamma non viene?”. “Non è una mamma, è un altro papà e comunque no, è rimasto a casa”. Lei ci ragiona un momento e poi mi chiede: “Ma lei non sarà mica quello che scrive su Internazionale?”. Grandioso. Oltre a dover tenere buoni i bambini ora dovevo anche comportarmi come il mio alter ego saputello che ragiona con i piccoli, sa sempre cosa fare e non alza mai la voce. Ero stressatissimo! Per fortuna il destino è stato dalla mia parte: miracolosamente quella volta i bambini si sono comportati come tre piccole statue di cera.

Questa rubrica è stata pubblicata il 24 marzo 2017 a pagina 16 di Internazionale. Compra questo numero| Abbonati

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