02 marzo 2015 17:34

Ho da poco fatto amicizia online con una persona che nel profilo indica come pronome con cui preferisce essere chiamata “they”, loro, in quanto plurale e privo di genere. Non è una persona transgender. Mi è stato detto che è “genderfluida”, ma nel nostro gruppo di amici tutti la considerano femmina. Domande: 1) Se sei genderfluido di colpo non sei più né maschio né femmina? È davvero necessario dichiarare di essere genderfluidi? Non siamo tutti quanti un po’ fluidi, quanto a genere sessuale? 2) Una persona cisgender sottrae qualcosa all’esperienza trans, assumendo pronomi come “they/their” o “ze/zir”, oppure normalizzare questi pronomi è utile? 3) È da stronzi fare domande così? Io voglio affrontare le questioni di genere con sensibilità, ma ho paura di non riuscire a starci dietro.

–Observant One Prefers She

  1. Genderfluida è una persona “la cui identità di genere cambia”, scrive il Washington Post. Questa è la definizione di genderfluidità su Wikipedia: “Caratteristica di chi alterna fra i generi sessuali o possiede un’identità sessuale fluttuante”. Ecco come ha formulato la questione una persona realmente genderfluida, Astrophy, in un post su Jezebel: “Sono genderfluida, anche se alla nascita mi è stato assegnato il sesso femminile… Cosa significa? Per me, significa che a volte sono una donna, a volte sono un uomo, e a volte sono androgina. Con questo non intendo che a volte mi sento mascolina. In quei momenti io, interiormente, sono un uomo da ogni punto di vista”. Una persona genderfluida non è quindi un mélange di tratti stereotipicamente maschili e femminili, ma una persona che a volte è uomo e a volte è donna.

  2. Utile immagino di sì, ma non per questo sfiancante. Oltretutto, corri potenzialmente il rischio di farti accusare di esibizionismo, e indubbiamente contribuisci alla definitiva estinzione dei pronomi.

  3. Un conto è essere sensibili alle questioni di genere, un conto è esserlo così tanto da diventare praticamente allergici. Ma stai tranquilla: non sei stronza, OOPS, e di identità e pronomi di generi nuovi di zecca ne girano così tanti che nessuno riesce a starci dietro.

(Traduzione di Matteo Colombo)

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