02 novembre 2016 17:29

Avvertenza. Il linguaggio di questa rubrica è diretto ed esplicito.

So di essere emetofila da quand’ero molto giovane, ed è una cosa che ho sempre tenuto per me. Non devi spiegarmi i rischi che comporta per la salute, ne sono cosciente, ed è una fantasia che ho sempre e solo soddisfatto guardando video online. A eccitarmi non è la sostanza in sé, non desidero che mi vomitino addosso. La mia fantasia è immaginarmi con una persona a cui viene la nausea, e poi prendermene cura mentre vomita. Credo abbia a che fare con l’accumulo e il rilascio della tensione. Va’ a sapere. Sono sposata, e con mio marito ne ho parlato una volta sola, qualche anno fa. Lui non mi ha giudicato, ma poi non ne ha mai più fatto parola. Per il resto abbiamo una vita sessuale stupenda, e ho sempre pensato che con mio marito avrei fatto del buon sesso normale, usando le mie fantasie per masturbarmi in privato. Qualche tempo fa, però, mi è presa la voglia di postare un messaggio su un sito kinky. Di lì a qualche settimana mi ha contattato uno dicendo che la mia descrizione coincideva esattamente con la sua fantasia. Da alcune settimane ci stiamo scambiando dei messaggi. Lui mi fa sentire un po’ meno anomala, il nostro scambio è molto eccitante, e abbiamo parlato di incontrarci per giocare scambiandoci i ruoli. Solo a pensarci impazzisco. Considerati i rischi per la salute – e il fatto che sono sposata – sarebbe un’esperienza isolata. A mio marito devo dirlo? Con l’altro non voglio fare sesso, solo vivere la mia fantasia per una notte, e per farlo non bisogna per forza finire nudi. È ovvio però che godremo entrambi, per cui un elemento sessuale c’è. Con mio marito a volte facciamo cose a tre, il che vuol dire che non è rigorosamente monogamo, ma muovermi per conto mio è una novità. Al di là di questo, mi imbarazza che sappia come passerei quella serata, che dopo mi faccia domande, eccetera. A questo punto preferirei che non sapesse. Ma significa tradirlo?

— A Lady Emetophile Meets Her Match

La risposta alla tua ultima domanda – significa tradirlo? – è scontata. Se non lo fosse, ALEMHM, o se tu pensassi che tuo marito non lo considererebbe un tradimento, gli chiederesti il permesso di incontrare il tuo compagno di vomitate. Partiamo quindi dal presupposto che vederti con lui costituisce infedeltà, per quanto minima, non penetrativa e non per tutti i gusti.

A tuo marito devi dirlo? Potresti dirglielo – e un sacco di gente ti direbbe che devi – ma seduto qui, in questo Starbucks all’angolo fra Lexington avenue e la Settantottesima, io mi domando se lui preferisca non sapere. Dopo che gliene hai parlato quella volta, non ne ha più fatto parola. Possiamo dare ragionevolmente per acquisito che a tuo marito questo tuo gusto sessuale molto particolare non interessi, e tantomeno che voglia praticarlo. Altra cosa che possiamo dare per acquisita: tuo marito a questa fantasia non vuole nemmeno pensare. La consapevolezza della tua fantasia, per usare un’espressione di Emily “dear prudence emerita” Yoffe, forse gli ammazzerebbe la libido. Se tuo marito si è sforzato di relegare quella rivelazione in un meandro oscuro della memoria perché interferiva con la sua capacità di stabilire un contatto sessuale con te, chiedergli il permesso di trascorrere una serata con il tuo compagno di vomitate potrebbe fargli da poco gradito promemoria.

Potresti quindi formularti un’argomentazione – come ho appena fatto io – per risparmiare a lui questo promemoria, e a te il disagio, evitando di dire e/o di chiedere, e poi incontrare il compagno di vomitate con discrezione e una volta sola.

La controargomentazione è altrettanto facile: lui non ne ha mai più parlato perché si è accorto che te ne vergogni, non voleva turbarti, eccetera. Ma se decidi di incontrare il tuo compagno di vomitate, ALEMHM, calcola bene i rischi (che succede se ti fai beccare?) e i vantaggi (toglierti questo benedetto sfizio!), incontralo prima in un luogo pubblico, e quando arriverà la tua seratona comunica a qualcuno dove sarai e con chi.

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Sono alle prese con il più noioso dei problemini da ragazza etero bianca: il mio fidanzato non si decide a farmi la proposta di matrimonio. Io ho 29 anni, lui 31. Stiamo insieme da 3. Va tutto benissimo. Parliamo un sacco del nostro futuro: comprare casa, vacanze, bla bla bla. A parte questa proposta che non arriva, siamo una coppia solida. Ma mi darebbe un gran fastidio sprecare un altro anno in questa città e per quest’uomo quando potrei darmi da fare per entrare di ruolo da qualche altra parte (sono una docente). Con lui ho provato a parlarne diverse volte, ma senza risultati concreti.

— Really Into Not Going Solo

La proposta fagliela tu, RINGS. Non chiedergli in via ufficiosa una proposta ufficiale, ma vai a comprare un anello (per lui) e chiedigli di sposarti, che cazzo! Sei nella posizione di poter formulare la domanda e contemporaneamente dare un taglio alla faccenda. In bocca al lupo, spero dica di sì.

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Due anni e mezzo fa ho conosciuto un uomo su Tinder. Fin dall’inizio il nostro rapporto si è basato sulle bugie. Io gli ho mentito dicendo di avere un figlio per tenerlo a distanza. Dopo che avevamo scopato qualche volta – il sesso più pazzesco della mia vita – gli ho detto la verità perché temevo volesse incontrare il figlio immaginario. Ho cominciato a provare delle cose. Ma il signor Tinder è sposato e vive in Francia. Lo vedo solo tre volte l’anno. Salto in avanti fino a oggi. Lui va dietro ad altre. Le donne gli si buttano ai piedi. Un giorno eravamo al centro commerciale e ha rimorchiato una ragazza mentre ero dal parrucchiere. Non è il mio fidanzato. Mi fa star male. Ho il terrore di perderlo. Ma ecco la parte spinosa: il medico mi ha trovato un tumore ai linfonodi. Vado a fare gli esami venerdì. Sono praticamente pronta a scegliermi la bara. Ho contattato l’ex moglie del mio amante e le ho chiesto perché hanno divorziato, e lei mi ha detto che la tradiva in continuazione. So di cos’è capace quell’uomo. Non voglio che cambi. Lo amo. Quando non ci sentiamo impazzisco. Mi ha detto che per me non ha più rispetto di quello che ha per l’ex moglie. Ho tanta paura.

— Help Me Please

Uhm… l’aiuto che ti serve non lo troverai fra le pagine degli annunci di escort, HMP, né su un sito internet sommerso di pop-up che pubblicizzano vaporizzatori per la marijuana. A te serve della terapia, qualcuno che ti aiuti a elaborare i timori legittimi, ma forse prematuri per la tua salute (prima di sceglierci la bara aspettiamo i risultati di quegli esami, ok?) e la tua dipendenza emotiva da un uomo che non è il tuo fidanzato, non è tuo marito, non c’è quasi mai e ha detto che non ti rispetta. Non è il tipo di uomo che ti sta accanto quando hai problemi di salute. Uno così non ti sta accanto nemmeno dal parrucchiere.

Non fraintendermi: a letto con gli uomini ci vado anch’io, e conosco l’attrattiva sessuale di chi ti tratta di merda, sono un grande fan di Peggy Lee. Ma in un momento come questo non puoi contare su un uomo come quello. Se viene fuori che la tua malattia è grave, HMP, devi affidarti a parenti e amici, cercare un gruppo di sostegno, comprarti uno di quei vaporizzatori e concentrarti sulla guarigione.

Dopodiché, consolati: se/quando ti rimetterai in salute, su questo pianeta ci sono un sacco di uomini stronzi, egoisti e sadici pronti a trattarti male, tradirti spudoratamente e darti – forse non a caso – orgasmi spettacolari.
Mi dispiace sapere che potresti essere malata, HMP, e mi dispiace che tu abbia paura. I miei auguri di una guarigione fisica, emotiva e sessuale.

(Traduzione di Matteo Colombo)

Questa rubrica è stata pubblicata su The Stranger.

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