20 marzo 2011 10:40

Negli ultimi anni dell’ottocento l’impero ottomano era governato dal sultano Abdul Hamid II, un tipo con cui probabilmente non vorreste rimanere chiusi in ascensore. Era un pazzo furioso ossessionato dall’idea che tutti volessero assassinarlo. Oggi sarebbe in una casa di cura sotto sedativi, ma all’epoca poteva dare libero sfogo alla sua paranoia.

Portava un fez foderato d’acciaio, e aveva così paura di essere avvelenato che perfino i documenti dovevano essere messi in forno prima che li toccasse. I giornali non potevano usare parole come “rivoluzionario”, “repubblica”, “bomba”, “dinamite” e “omicidio”, e quando il re e la regina di Serbia furono assassinati nel 1903, i giornali di Istanbul scrissero che erano morti di indigestione.

Chissà quanto piacerebbe alla famiglia Windsor avere lo stesso potere di censura. Negli ultimi venticinque anni non ha potuto impedire che i giornali rivelassero tutti i dettagli sulla rottura del matrimonio di Carlo e Diana (comprese le trascrizioni delle telefonate tra il principe e la sua amante Camilla), i nastri delle chiamate di Diana a uno dei suoi amanti, le stravaganze dell’ex moglie di Andrew, Sarah Ferguson, la vita notturna delle loro figlie.

La moglie del terzo figlio della regina, Edward, fu persino convinta a rilasciare commenti indiscreti da un giornalista di un tabloid travestito da ricco arabo, e ci furono decine di rivelazioni sull’atteggiamento insensibile dei reali nei confronti della principessa Diana.

Ai vecchi tempi

Naturalmente non è stato sempre così. Un tempo, gli articoli dei giornali britannici sulla famiglia reale erano talmente ossequiosi che ogni frase sembrava un inchino. Ma nel 1950 un commentatore ebbe il coraggio di dire che la giovane regina era saccente come la prima della classe di una scuola esclusiva. Ci mancò poco che fosse costretto a lasciare la città. Ma alla fine degli anni ottanta tutto cambiò.

I membri della famiglia reale non venivano più considerati degli esempi, ma personaggi bizzarri e un po’ sciocchi, incapaci di attraversare un tappeto rosso senza combinare guai. Il motivo è semplice. A cambiare non era stata la stampa o i suoi lettori, ma i reali più giovani.

I figli della regina, tranne forse Anna (che ho conosciuto e che sembra più intelligente di tutti i suoi fratelli messi insieme), crescendo non sono diventati persone equilibrate e mature, ma disadattate, arroganti o stupide. Le loro relazioni, i loro matrimoni, le loro attività finanziarie e le loro buffonate sono state quasi sempre disastrose, e rese ancora più comiche dal fatto che continuano a darsi grandi arie e ad andare a caccia vestiti come personaggi di un dramma vittoriano.

La morte di Diana ha calmato le acque per un po’, non perché i tabloid hanno deciso di comportarsi bene, ma perché la protagonista era morta in un tunnel parigino, i suoi figli erano troppo giovani per dare scandalo e Sarah Ferguson era uscita di scena. Ma poi sono arrivate nuove storie: Carlo ha sposato Camilla, ricordando a tutti la sua infedeltà a Diana, i debiti di Fergie sono aumentati e la passione di suo marito per la bella vita a spese degli altri è diventata leggendaria.

Poi, con il matrimonio tra William e Kate Middleton (previsto per aprile), la stampa popolare ha deciso che la saga dovesse prendere una piega sentimentale. Basta con gli scandali, ora si parla solo di abiti da sposa e damigelle d’onore. La settimana scorsa la notizia di un giovane rampollo della famiglia reale che indossava una divisa nazista a una festa mascherata è stata ignorata da un domenicale perché “non si pubblicano storie negative sui reali fino a dopo il matrimonio”.

Nuovi scandali

Non poteva durare, e infatti non è durata. I tabloid stanno pubblicando articoli sulla tendenza di Andrew a frequentare, nella sua vita privata e come rappresentante per il commercio estero, personaggi poco raccomandabili, tra cui un mercante d’armi libico. Si è parlato molto anche della sua amicizia con Jeffrey Epstein, il miliardario statunitense condannato per reati sessuali, e del fatto che Andrew si faceva massaggiare ogni giorno – ma niente di più, ci viene assicurato – dal personale di Epstein quando era ospite della sua villa in Florida.

Si dice anche che Epstein abbia pagato parte dei debiti di Sarah Ferguson, e che Timur Kulibayev, il genero del presidente del Kazakistan, abbia comprato la casa di Andrew, che fino a quel momento il principe non riusciva a vendere, pagandola oltre tre milioni di sterline in più del prezzo richiesto.

Così in una pagina si parla delle stravaganze di Andrew e in un’altra dell’ultima apparizione in pubblico di Kate Middleton. È ovvio che la funzione dei reali non è più quella di andare in visita ufficiale e inaugurare edifici. Ormai sono i personaggi irreali di una soap opera creata apposta per intrattenere il paese. E questa, in fondo, è la più grande assicurazione contro il rischio che qualcosa o qualcuno di più ragionevole prenda il loro posto. La gente si diverte troppo a leggere le loro storie. Per caso vi ricordano qualcuno?

*Traduzione di Bruna Tortorella.

Internazionale, numero 889, 17 marzo 2011*

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