24 gennaio 2017 15:29

Di recente abbiamo scoperto che se chi governa non ha una laurea si può chiudere un occhio, ma se questo succede col ministero dell’istruzione la cosa fa scandalo. Perché? Mah. Forse ci si agita in quanto, se la laurea è inessenziale anche per essere ministro di un dicastero che i diplomi li fabbrica, ci vuol poco a concludere che quel certificato non certifica un bel niente in assoluto. Cosa che fa insorgere specialmente quelli che considerano la laurea il compimento aureo degli studi, cioè, alla lettera, una sorta di autorizzazione ufficiale a non aprire mai più libro. Il tutto sul filo di un ragionamento in tre punti: sono laureato; quindi sono intelligente e colto per definizione; quindi se mi si vede con un libro in mano è come se confessassi che all’epoca non ho studiato abbastanza.

Di questa pasta è, per esempio, Trump, che pare abbia dichiarato di non aver bisogno di apprendere questo e quello per fare il presidente: è intelligente, dice, ha la scienza infusa, se la sa cavare in ogni circostanza. Ora, attenzione, è questo il tipo di uomo o di donna che ci deve preoccupare, non quelli che, caso mai senza laurea, di fatto, in ogni circostanza, studiano, imparano, agiscono. Infiniti sono i guai causati dalle lauree che autorizzano l’ignoranza più boriosa, la più violenta. I disastri che può causare una normale intelligenza presuntuosa e senza studio levano il sonno.

Questa rubrica è stata pubblicata il 20 gennaio 2017 a pagina 10 di Internazionale. Compra questo numero| Abbonati

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