28 marzo 2017 14:07

Ci lamentiamo a scadenze fisse per come crescono male i ragazzi. Ed è vero, ma li sentiamo gli adulti, mentre chiacchierano sgrammaticando ad ampio raggio in autobus, in metro o al bar? Una delle opinioni più divulgate, ormai, è che se un paese sta per annegare, non ci si procura certo il salvagente con una regolare gara d’appalto. Ancora più diffusa è la convinzione che l’annegamento prossimo dell’Italia sia da attribuirsi a chi, pur di non corrompere e non corrompersi almeno un pochino, rinuncia ai miliardi delle Olimpiadi o dello stadio cosiddetto della Roma.

Intanto, tutti si lamentano in modo incongruo del debito pubblico, della corruzione generalizzata, della criminalità dilagante e del fisco vampiro, insorgendo contemporaneamente con frasi come quelle qui trascritte e sentite con queste orecchie: “Meglio pagare le tangenti ai corrotti e il pizzo alle mafie, che le tasse allo stato. Perché con tangenti e pizzo galleggi, con le tasse affoghi”. È un mondo compatto, questo che si lagna così, e bisognerebbe studiarlo con serietà. Di certo non è fatto di studenti che non conoscono nemmeno l’italiano, ma di adulti scolarizzati con famiglia, che non hanno denaro per pagare alcunché e sgobbano dalla mattina alla sera. A prestargli orecchio ci si spaventa e a volte viene in mente di mettere su una scuola dell’obbligo per noi tutti, gente matura.

Questa rubrica è stata pubblicata il 24 marzo 2017 a pagina 16 di Internazionale. Compra questo numero| Abbonati

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