25 giugno 2013 15:42

Subito dopo le elezioni politiche ho scritto un articolo per Internazionale paragonando il Movimento 5 stelle a un mostro speranzoso. La teoria dei mostri speranzosi di Goldshmidt dice che, per l’affermazione di grandi novità evolutive, non basta l’evoluzione graduale, devono emergere nuove forme che, se paragonate a quelle precedenti, potrebbero essere definite “mostri”, tanto sono diverse dai progenitori. Questi mostri, però, potrebbero avere, nelle loro mostruosità apparenti, la soluzione di problemi che i “normali” non sono in grado di mettere in atto.

La speranza di rinnovamento da parte del mostro M5s, però, non si è realizzata. O meglio, si è realizzato quello che Grillo voleva. Grillo voleva mostrare agli italiani che Pd e Pdl sono la stessa cosa, e che alla fine si sarebbero messi assieme. Il che è successo. Però, anche se il Pd ha le sue storie di malgoverno e di corruzione, i suoi elettori sono radicalmente contrari a un certo modo di gestire il potere, e vogliono fortissimamente le leggi anti-corruzione, e quella contro il conflitto di interessi, e anche la riforma elettorale. Se Grillo avesse detto a Bersani: ti sostengo se facciamo queste leggi, avrebbe avuto il merito, di fronte ai propri elettori, di aver costretto il Pd a fare le cose che non ha fatto quando è stato al governo, quando avrebbe benissimo potuto farle. Se così fosse avvenuto, forse anche queste ultime elezioni sarebbero andate diversamente. Secondo me, Grillo ha dilapidato un consenso oceanico di chi si aspettava il cambiamento. E invece abbiamo visto altro. Nei fatti, l’M5s ha vinto una battaglia ma ha perso una guerra, proprio come Pirro. 

Iniziano le defezioni e le contestazioni all’interno dell’M5s. Cosa ci si potrebbe augurare? Almeno, cosa mi auguro io? Che un nutrito gruppo di senatori M5s dica: ci abbiamo ripensato, appoggiamo questo governo se il Pd propone gli obiettivi minimi (lo ripeto: legge anticorruzione, conflitto di interessi, legge elettorale) e poi vediamo. Se andiamo d’accordo continuiamo, altrimenti si va a votare. Se il Pdl fa cadere il governo, lo sosteniamo noi. Abbiamo sbagliato a irrigidirci. Abbiamo capito la lezione e vogliamo contribuire. 

M5s non si aspettava di avere così tanti voti. L’intenzione, sempre secondo me, era di fare dura opposizione a un governo Pd, costringendolo a non essere semplicemente un Pd meno l. Braccandoli su questioni tipo quella di Penati (che, non dimentichiamolo, era il segretario di Bersani), o il Monte dei Paschi. Questo deve fare l’opposizione. Ma avrebbero potuto fare lo stesso sostenendo e partecipando a un governo Pd. Sono riusciti a mostrare che, alla fine, i due partiti che iniziano per Pd sono abbastanza legati (visto che hanno fatto un governo assieme), ma hanno anche determinato una situazione che non vede soluzioni.

E ora? Pensare che tutti i voti vadano all’M5s, come pare che abbia a volte sostenuto Grillo, è illusorio (ma forse i giornalisti hanno estrapolato qualche suo discorso, capita spesso). Ma l’M5s è un patrimonio di opposizione a un modo malato di gestire il potere, e non si può dilapidare nel nulla. Certo, devono stare attenti a non essere fagocitati dal sottogoverno, dalle lusinghe delle poltrone e del potere. C’è bisogno di gente così. Hanno dimostrato che Pd e Pdl hanno molto in comune, ora devono innescare il cambiamento nel Pd, un cambiamento che gli elettori del Pd chiedono da tempo. Non deve essere il Pd a cambiare l’M5s, deve essere esattamente il contrario. Che entrino nel governo, diventandone parte determinante, e dicano forte quello che vogliono, e non solo quello che non vogliono, costringendo il Pd a fare quello che predica da sempre e che non ha fatto mai. 

L’evoluzione con i mostri, una volta che la transizione è fatta, poi ridiventa graduale. I due modelli, quello dei salti e quello graduale, coesistono e si alternano. Ci sono le spinte e ci sono gli aggiustamenti. Così funziona l’evoluzione biologica. 

Non sono un fine politologo e non so quanto l’architettura governativa possa essere mutata. Nella mia ingenuità, penso che sarebbe bene se questo apparentamento Pd-Pdl finisse, anche sull’onda di queste ultime elezioni. E che l’M5s desse l’opportunità al paese di avere un governo veramente alternativo a quello che abbiamo dovuto subire fino ad ora.  Il mio giudizio sulla gestione del paese non è politico, è di risultato. L’economia è al collasso, l’ambiente è degradato, la cultura e la ricerca sono soppiantate da quiz, calcio, reality show e fiction, le università e la scuola sono mortificate, i giovani validi sono considerati inutili e se ne vanno dove li considerano utili. La classe politica che ci ha guidato negli ultimi vent’anni ha fallito. Non c’è bisogno di essere politologi, basta essere vivi per accorgersene.

Chi vota a sinistra continua a farlo, nonostante tutto. Chi vota a destra non voterà mai a sinistra ma, di fronte a questo sfacelo, causato soprattutto dalla destra (o da una sinistra e da una lega che si sono comportate da destra), abbassa la guardia e non vota più. C’è un solo modo per guadagnarsi la fiducia degli elettori: ottenere ottimi risultati nella gestione dello stato. Il branco di avidi incapaci che ci ha governato fino ad ora ha fallito, dobbiamo trovare le risorse umane per governare il paese, senza preclusioni e senza preconcetti. Ma, prima di ogni cosa, dobbiamo mettere fine alla corruzione e al conflitto di interessi. Se chi ha il potere di farlo non lo fa, è proprio come tutti gli altri, incluso il Movimento 5 stelle. E, a questo punto, siamo davvero in un vicolo cieco o, come direbbe il mio amico Grillo: nella merda fino agli occhi. 

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it