09 ottobre 2013 12:35

Qualcuno ha messo in dubbio la competenza di uno zoologo, ecologo, evoluzionista (io) nel parlare di cose che non siano meduse e delfini, o leoni e gazzelle. Ma l’uomo è un animale, e credo che molte cose che ci riguardano possano essere viste in un’ottica zoologica.

Metti i parassiti, per esempio. I parassiti possono essere definiti come micropredatori. I predatori veri, come il leone, uccidono le prede e poi le mangiano. I parassiti no. I parassiti si nutrono a spese della preda, che in questo caso si chiama ospite, ma è loro interesse che l’ospite viva. Oppure hanno cicli vitali che li portano a passare da un ospite all’altro, magari favorendo la morte di un ospite che cade preda di un predatore che sarà a sua volta ospite del parassita. I parassiti evoluti, comunque, non uccidono gli ospiti. Se l’infestazione è troppo virulenta anche gli stessi parassiti se la passano male.

Se c’è lunga storia di coesistenza, quindi, ospiti e parassiti coevolvono entro limiti che permettono la vita di entrambi. Noi siamo una specie molto speciale, perché alcuni individui si comportano da parassiti o da predatori nei confronti di altri. I delinquenti veri, quelli con la pistola, quelli che uccidono, sono predatori. Ma poi ci sono i parassiti: i truffatori, gli evasori, i fannulloni, la lista è lunghissima.

L’ultima truffa venuta alla luce riguarda il porto di Molfetta. Centocinquanta milioni di euro per fare un porto che non finisce mai. Cose analoghe sono successe a Imperia, sempre per un porto. C’è l’autostrada di Serravalle. E poi ci sono le due sedi del G8 (Maddalena e L’Aquila), e un ponte sullo Stretto di Messina non fatto ma per il quale sono stati pagati enormi oneri di progettazione. La lista è lunghissima. Sommando queste centinaia di milioni di euro si arriva a quei miliardi che fanno il buco nel nostro bilancio. No, non bastano, bisogna sommare l’evasione mastodontica. E, oltre alle opere non fatte o fatte male, ci sono anche quelle fatte.

Perché un ottimo ospedale, il San Raffaele, costa comunque molto più di quel che vale? Semplice: perché c’è sempre qualcuno che approfitta (i parassiti). Ora, chi ci ha sempre detto che basta abolire gli sprechi per abbassare le tasse a cosa si riferiva? Certamente esiste una pletora di dipendenti pubblici, i fannulloni dello stakanovista Brunetta, ma in questi ultimi venti anni la precarizzazione della funzione pubblica è stata più che selvaggia. Ci sono decine di migliaia di precari che svolgono lavori stabili. Se guardo casa mia, l’Università del Salento, leggo che nei prossimi anni andranno in pensione più di cento professori. Un sesto del corpo docente. Pare che potremo assumerne una ventina di nuovi. Il resto del lavoro lo faranno i precari, gli eterni precari. Non ci sono soldi.

Però abbiamo centinaia di milioni di euro per fare edifici. Che ci metteremo in quegli edifici? Il capitale immobiliare aumenta, il capitale umano diminuisce. Un tempo il clientelismo si affermava assumendo migliaia di persone (parassiti) nella cosa pubblica. Ora non è più di moda. Ora ci sono gli appalti. Bè, c’erano anche prima. La Salerno-Reggio Calabria non è invenzione recente. E poi gli appalti danno comunque lavoro, ma non si assumono dipendenti pubblici, il lavoro c’è per i dipendenti di ditte private, alle quali vengono affidati i lavori (tipo i Ligresti).

Il politico non guadagna in consensi, ma in qualcosa guadagna, no? Dato che i consensi non si ottengono più con le assunzioni, tanto vale togliere le preferenze con una bella legge elettorale che tutti concordano nel definire una porcata ma che nessuno toglie di mezzo. Il potere dei soldi si concentra negli appaltatori, e il resto del paese scivola nella povertà, nella precarietà, nell’insicurezza. Appaltatori, evasori, profittatori sono una parte comunque consistente del paese (giocano il ruolo dei parassiti). Minoritaria, ma consistente: un forte elettorato di riferimento. Gli altri (gli ospiti), sono spinti verso la povertà, sono disorientati, arrabbiati, rassegnati. Alcuni continuano a illudersi di poter diventare ricchi (magari con i gratta e vinci), molti sono disillusi (non voto più, tanto sono tutti uguali), altri sono incazzati e mandano tutti affanculo (come dargli torto?), altri pensano a mitiche riforme di cui si parla da milioni di anni e che non si fanno mai. Quando si fanno, spesso peggiorano le cose (penso alle riforme dell’università).

Abbiamo consegnato il paese a un branco di parassiti arraffoni e incapaci. La giunta regionale del Lazio, con le feste di assessori mascherati da maiali, a palpeggiare giovani ancelle, è un estremo visivo di questa tendenza comune. I morigeratissimi democristiani di un tempo hanno cominciato questa deriva con opere costosissime e spesso inutili. Le storie di sprechi e ruberie attraversano tutto il paese, e spesso partono da Milano, non da Palermo. Ma la malavita organizzata (i predatori), una volta capito l’andazzo, ha trovato terreno fertile nei giochetti dei dilettanti del nord, si è comprata gli assessori furbetti, ha messo stallieri in posti chiave e ha condizionato la nostra vita politica che, temo, probabilmente continua a essere condizionata. Ora siamo tra due fuochi: predatori e parassiti spolpano una preda-ospite che non ce la fa più.

Mi trovo a disagio quando sento che tutti, ma proprio tutti, identificano nello stato la causa di tutti i mali. Basta privatizzare e tutto si aggiusta. Eh già, le cose di stato è logico che non funzionino, mentre i privati sì che fanno marciare diritto i fannulloni. Le cose di stato sono state affidate a persone che non credono nello stato, e queste hanno portato il loro fallimento nella gestione delle cose di stato come prova che lo stato non funziona! E, come rimedio, ci hanno proposto di dare le cose ai privati. Che poi sono i loro amici, o addirittura loro stessi. E il bello è che poi fanno fallire tutto anche da privati. Dall’acciaio, ai telefoni, ai treni, alle poste, agli aerei, le auto: è sempre la stessa storia.

L’evoluzione insegna che le prede-ospiti devono evolvere a fronte degli attacchi di predatori e parassiti. Devono acquisire immunità dai parassiti (nel nostro caso questa si ottiene con la cultura), e devono escogitare espedienti per sfuggire ai predatori (e questa si ottiene con la legge). Chi non lo fa si estingue. In natura, i parassiti e i predatori possono rivolgersi ad altre specie di prede-ospiti se qualche specie cede sotto il loro peso, ma questi ruoli, nel nostro caso, sono giocati all’interno della stessa specie. Ce la dobbiamo cavare da soli.

Padoa Schioppa fu deriso e vituperato quando disse che le tasse sono una cosa bellissima. Mi espongo al pubblico ludibrio affermando che lo stato è una cosa bellissima! Sono un dipendente dello stato e ne sono fiero! I miei peggiori nemici sono i dipendenti dello stato che non fanno il loro dovere, o lo fanno male, senza amore e senza orgoglio di quello che fanno. Perché così giustificano il disprezzo per le cose dello stato. Siamo in queste condizioni perché abbiamo perso il senso dello stato e tutti aspiriamo a essere parassiti o predatori. Non è possibile, non ci possono essere più parassiti-predatori che prede-ospiti. È una legge di natura. Non usciremo da questo pantano se non riacquisteremo il senso dello stato. Anche se a volte mi chiedo se mai lo abbiamo avuto. Ma sì che lo abbiamo, lo abbiamo quando tifiamo per la nazionale: forza Italia! Lì ci sentiamo italiani, e ne siamo fieri. Troppo poco, purtroppo, troppo poco.

(Foto di Christophe Lemieux, Getty Images)

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it