06 marzo 2015 14:22

Da Jim Marshall a Masayoshi Sukita: gli appuntamenti più interessanti in giro per l’Italia.

Mick Jagger, nel 1972. (Jim Marshall)

“Vedo la musica. Questa carriera non è mai stata un mestiere. È stata la mia vita”. (Jim Marshall)

Jim Marshall - Milano
Fino all’11 aprile 2015
Una selezione di immagini scattate dal fotografo statunitense che, tra gli anni sessanta e settanta, ha ritratto i più grandi musicisti della scena musicale rock, folk, blues e jazz. Dall’ultimo concerto dei Beatles a San Francisco alle esibizioni di Johnny Cash nelle prigioni di Folsom e San Quentin, da Jimi Hendrix che dava fuoco alla sua Stratocaster a Miles Davis al primo festival sull’isola di Wight.

Libya, the captain and me - Roma
Fino al 24 marzo 2015
Due visioni, lontane nel carattere e distanti nel tempo, convivono in una mostra realizzata a quattro mani. Da un lato le immagini scattate tra il 1933 e il 1935 da Manfredo Tarabini Castellani, un giovane ufficiale degli Alpini, e dall’altro quelle di suo nipote, Francesco Fossa che, molti anni dopo, prova ad andare in quei luoghi per capire di più di quel nonno che non ha mai conosciuto.

Masayoshi Sukita - Bologna
Fino al 10 maggio 2015
Era il 1972 quando Masayoshi Sukita notò il manifesto di un concerto di David Bowie a Londra. Fu un colpo di fulmine, e l’inizio di una relazione professionale e di amicizia durata per più di 40 anni. La mostra racconta gli alter ego di Bowie, colti dallo sguardo del grande fotografo giapponese.

Questa è guerra! - Padova
Fino al 31 maggio 2015
L’invenzione della fotografia ha avuto un impatto radicale nella narrazione dei conflitti, facendo arrivare le immagini dal fronte direttamente nelle case delle persone. La mostra non è solo una rassegna di celebri foto di guerra, ma cerca di fermarsi su punti di vista particolari che hanno segnato il rapporto tra guerra e documentazione fotografica.

Wim Wenders - Varese
Fino al 29 marzo 2015
“I paesaggi danno forma alle nostre vite, formano il nostro carattere, definiscono la nostra condizione umana”. Così Wim Wenders descrive il suo approccio alla macchina fotografica. A Varese, una mostra ospita 34 immagini che il regista tedesco ha scattato negli Stati Uniti tra la fine degli anni settanta e il 2003.

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