24 febbraio 2017 15:46

Giulio Piscitelli
Forma Meravigli, Milano
Fino al 26 marzo 2017
Dal 2010 Giulio Piscitelli segue le rotte dei migranti che cercano di raggiungere l’Europa. Dal deserto del Sahara alla Tunisia, dalla tendopoli di Calais, in Francia, dove vivevano almeno settemila persone nella speranza di raggiungere il Regno Unito al “limbo dei Balcani,” dove migliaia di persone rimangono bloccate a causa della chiusura delle frontiere tra la Grecia e la Turchia. Le sue immagini sono state raccolte nel libro Harraga, edito da Contrasto, e costruito come un diario di viaggio in cui oltre alle foto ci sono i racconti del fotografo e le testimonianze dei migranti.

Gabriele Basilico
Nonostante Marras, Milano
Fino al 26 marzo 2017
Nel 1978 Gabriele Basilico visita i dancing, le sale da ballo dell’Emilia-Romagna, per realizzare un servizio commissionato dal mensile di architettura e design Modo. Da Parma e Ravenna, il fotografo milanese racconta un fenomeno tutto italiano, di rottura e allo stesso tempo legato alla tradizione. Tra le minigonne, le luci stroboscopiche, gli abiti eleganti e i papillon, Basilico usa il flash per isolare i soggetti: “Basilico ricerca con i suoi soggetti un rapporto recitato, dove le immagini nascono dalla performance collettiva e dall’interazione fotografo-fotografato”, spiega la curatrice Giovanna Calvenzi nell’introduzione al libro Dancing in Emilia che accompagna la mostra.

Helmut Newton
Palazzo Arti Napoli
Fino al 18 giugno 2017
Alla fine degli anni settanta Helmut Newton (1920-2004) pubblicò tre libri, gli unici che curò personalmente: White women, Sleepless nights e Big nudes.
Il progetto della mostra nasce nel 2011 per volontà di June Newton, vedova del fotografo e presidente della Helmut Newton Foundation, e raccoglie duecento immagini tratte da questi tre libri, scattate sia per committenti che per lavori personali.

Mario Cresci
Galleria d’arte moderna e contemporanea di Bergamo
Fino al al 17 aprile 2017
Per Mario Cresci la fotografia è un “atto globale, non circoscrivibile al singolo scatto”. La mostra attraversa la produzione dell’artista dalle sue prime sperimentazioni sulle geometrie alle indagini sulla cultura lucana della fine degli anni sessanta, ai progetti dedicati alla ricerca sul linguaggio fotografico e l’equivocità della percezione. Un percorso espositivo, articolato in dodici sezioni, che vuole mettere in evidenza il dialogo che Cresci coltiva tra l’arte, la grafica e la fotografia, per parlare di memoria e percezione.

–In chiusura
Cristina García Rodero
Istituto Cervantes, Roma
Fino al 25 febbraio 2017
Cristina García Rodero è l’unica fotografa spagnola a far parte dell’agenzia Magnum. Con la boca abierta raccoglie le opere di Rodero partendo dai suoi primi lavori fotografici, scattati alla fine degli anni settanta, fino a quelli più recenti. Un percorso che attraversa quarant’anni di carriera, dagli angoli più vicini alla sua città, Puertollano, passando per eventi come il Burning man festival nel deserto del Nevada e la Love parade in Germania. Molte sono anche le immagini inedite, da cui emerge sempre il suo stile: “Nelle mie foto cerco di mostrare il mistero, la verità e l’anima misteriosa della Spagna, in tutta la sua passione, l’amore, l’ironia e la rabbia”, racconta la fotografa.

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