24 marzo 2017 16:44

Uliano Lucas
Ma.Co.f, Brescia
Fino al 7 maggio 2017
La retrospettiva è inserita nel programma della prima edizione del Brescia photo festival e ricostruisce, attraverso 150 immagini, la carriera del fotoreporter Uliano Lucas. Nelle sue immagini ha raccontato l’Italia degli ultimi cinquant’anni attraverso l’altra faccia del boom economico e del benessere: la realtà delle carceri, degli ospedali psichiatrici fino alle contestazioni del sessantotto. In mostra anche i lavori realizzati fuori dell’Italia, tra cui i movimenti e le guerre di liberazione in Africa, la rivoluzione dei garofani in Portogallo, la guerra nell’ex Jugoslavia e l’arrivo del capitalismo in Cina.

Vivian Maier
Museo di Roma in Trastevere
Fino al 18 giugno 2017
“Anche se scattate decenni or sono, le fotografie di Vivian Maier hanno molto da dire sul nostro presente. E in maniera profonda e inaspettata. Maier si dedicò alla fotografia anima e corpo, la praticò con disciplina e usò questo linguaggio per dare struttura e senso alla sua vita conservando però gelosamente le immagini che realizzava senza parlarne, condividerle o utilizzarle per comunicare con il prossimo”, spiega Marvin Heiferman. Oltre alle 120 immagini in bianco e nero, l’esposizione prevede una serie di foto scattate da Maier a colori negli anni settanta e alcuni filmati che girò in Super 8.

Valerio Spada
Camera, Torino
Fino al 21 maggio 2017
Dopo il successo di Gomorra girl del 2011, in cui Valerio Spada raccontava le vicende delle ragazze napoletane a contatto con la camorra, il fotografo milanese torna sul tema della mafia con il suo ultimo libro I am nothing, in cui esplora la realtà di Cosa nostra in Sicilia. La mostra è costruita sulla sovrapposizione di scene quotidiane, ritratti, testimonianze video della polizia e oggetti recuperati e confiscati tra cui la Bibbia di Bernardo Provenzano. “L’elemento in comune tra le varie storie è il vuoto, l’invisibilità. La sua ricerca percorre le strade, si fa largo tra i volti e le espressioni della gente, segue le tracce dei boss, che non trova ma intuisce in ogni angolo”, spiegano i curatori.

Mario Giacomelli
Palazzo Leone da Perego-MA*GA di Legnano
Fino al 4 giugno 2017
L’esposizione, a cura di Enrica Viganò, raccoglie 101 opere selezionate e ordinate personalmente da Mario Giacomelli nel 1984 in occasione di una mostra a Lonato. Il percorso presenta le tappe di tutta la produzione artistica di Giacomelli, da Mia moglie (1955) passando a Io non ho mani che mi accarezzino il volto (1961-1963), fino a Gabbiani (1981-1984). Le 41 fotografie della serie Presa di coscienza sulla natura, realizzate tra il 1955 e il 1984, fanno da filo rosso tra tutte le opere, visto che il paesaggio, soprattutto quello della sua terra, le Marche, è il soggetto che ha portato avanti in tutta la sua carriera e ha raccontato da ogni punto di vista.

Pietro Donzelli
Palazzo Roverella, Rovigo
Fino al 2 luglio 2017
Più di cento fotografie in cui Pietro Donzelli ha raccontano in bianco e nero il delta del Po negli anni cinquanta. “La mostra Terra senz’ombra racchiude in sé la piattezza del paesaggio, il silenzio, la fatica e il senso della vita nell’ampiezza della pianura assolata. Esprime anche la luce di cui la fotografia ha bisogno per raccontare che in quei territori la pianura si fa dominante, schiacciante. Ma c’è anche qualcos’altro nel titolo scelto per l’esposizione, cioè che il racconto è senza ombre, schietto, vero”, spiega la curatrice Roberta Valtorta.

Per segnalare una mostra di fotografia scrivere a: mostre@internazionale.it

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it