14 luglio 2016 15:51

Chester Brown, Il playboy
Coconino press, 226 pagine, 18,00 euro

I fumetti autobiografici del canadese Chester Brown potrebbero essere accusati di far sconfinare l’intimismo nell’osservazione autocompiaciuta del proprio ombelico, con l’aggravante ulteriore che l’oggetto di osservazione sono le proprie manie sessuali. Si potrebbe anche accusare Brown di non avere l’inventiva, la profondità, le sintesi grafiche inattese e vorticose di Robert Crumb, nume tutelare dell’underground statunitense degli anni sessanta. Brown è tuttavia disegnatore minimalista mentre Crumb sostanzialmente non lo è.

Maestro della suggestione e dell’espressività nell’economia grafica, Brown è anche autore di una biografia di grande rigore e profondità del rivoluzionario meticcio canadese Louis Riel (Coconino). Questo primo capitolo della sua trilogia autobiografica, imperniato sulle derive dello sviluppo psicosessuale, risale al 1990 ed esprime con potenza una dimensione dell’inconscio, della paura, delle inquietudini, grazie all’approccio minimale. Ed è un ritratto del provincialismo canadese: malgrado gli spazi immensi, tutto è ristretto e asfittico. Quindi ossessivo.

Fa da contrappunto l’alter ego libellula dell’autore: vola, ma è fragile quanto l’essere umano raccontato, grazie anche al segno grafico espressivo, sintetico ma non schematico. Una linea fragile, intensa e segretamente sensuale.

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