25 luglio 2013 14:47

Un ventiduenne con la coppola e le bretelle fa ballare la Germania. È l’italiano Vito Lavita, che con il suo tormentone estivo Danzare sta scalando la hit parade tedesca. È la prima volta che una canzone italiana arriva così in alto in classifica in Germania.

La Bild la sta celebrando questa “Sommerhit” (successo dell’estate) e ha sorteggiato tra i giovani fan di Vito dei biglietti per assistere alle riprese del video, che ha raccolto più di mezzo milione di visualizzazioni su YouTube.

È una canzone con un testo senza pretese, che sguazza negli stereotipi italiani. “Sono nato lì e mi sento italiano”, sostiene Vito Lavita, figlio di un musicista di Stigliano, in provincia di Matera, e residente a Bamberg. È un ex commesso di un negozio di abbigliamento, e il suo vero nome è Vito Petracca. I suoi idoli sono Eros Ramazzotti, Laura Pausini e Tiziano Ferro.

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Il giovane cantante è uno dei molti italiani famosi in Germania e quasi sconosciuti in patria. Oltre a personaggi noti a livello internazionale, come il designer Luigi Colani, nato a Berlino e residente a Karlsruhe, o il calciatore del Bayern Monaco Diego Armando Contento, nato a Monaco da una famiglia di immigrati napoletani, in Germania vivono molti personaggi famosi semisconosciuti nel loro paese di origine.

Fra loro c’è Giovanni di Lorenzo, direttore del più prestigioso settimanale tedesco, Die Zeit. Cinquantaquattrenne, figlio di un coppia mista tedesca italiana, è un giornalista pluripremiato, moderatore di un talkshow e autore di libri di successo. È sconosciuto in Italia anche Udo Di Fabio, famoso giurista e magistrato cinquantanovenne, per dodici anni membro della corte costituzionale di Karlsruhe.

È italiana anche l’autrice cinematografica Angelina Maccarone, che insegna all’accademia del cinema e della televisione di Berlino ed è stata premiata con un Pardo d’oro al Festival di Locarno.

Uno dei personaggi più suggestivi è Adriana Altaras, attrice e regista di spettacoli teatrali e opere liriche, che ha vinto l’Orso d’argento alla Berlinale. La sua straordinaria saga familiare, Gli occhiali di Tito, ha guidato per più di dieci settimane la classifica tedesca dei bestseller di narrativa. Gli occhiali di Tito è un libro avvincente e spassoso, che racconta la storia travagliata di una famiglia ebraica: dalla resistenza contro i nazisti al comunismo di Tito, dalla fuga da Zagabria verso l’Italia fino all’arrivo in Germania negli anni settanta.

Il romanzo di successo dell’autrice che vive “una normalissima vita caotica e poco ortodossa a Berlino” è stato recentemente tradotto in italiano dalle edizioni alpha beta di Merano, piccola casa editrice che ha particolare attenzione verso gli intrecci italotedeschi.

Adriana Altaras , attrice professionista, cofondatrice di un teatro a Berlino e direttrice artistica delle giornate della cultura ebraica nella capitale tedesca, è dotata di un humour irresistibile ed è fra i personaggi più autoironici della scena italiana in Germania.

Questa vena che si esprime anche nei ringraziamenti alla fine del suo romanzo: “Grazie a Giuliano Geri, il più colto e intelligente rompiscatole tra tutti i redattori”.

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