19 novembre 2015 13:25

Piccola, efficiente e unica in Europa. La Libera università di Bolzano vanta alcuni primati invidiabili. “Questo ateneo offre una pratica di studio deluxe”, è stato il commento entusiasta del settimanale tedesco Der Spiegel che ha dedicato a Bolzano una puntata della serie di articoli sulle “perle tra le università europee”.

Il capoluogo altoatesino offre agli studenti condizioni ideali per studiare: edifici nuovi e luminosi in pieno centro, laboratori vasti e ben attrezzati, uno spazio di 23 metri quadri per ogni studente, 760 borse di studio e 620 letti nei vari collegi della città nonché una biblioteca che nell’indice internazionale Bix occupa un posto di eccellenza. L’età media dei professori – 49 anni – è notevolmente più bassa della media nazionale. Oltre il 35 per cento del corpo docente è straniero. “La nostra prassi di effettuare chiamate dirette di docenti dall’estero è molto apprezzata e in diversi vogliono seguire questa strada”, racconta il rettore Walter Lorenz, un professore tedesco che ha insegnato per tre decenni nel Regno Unito e in Irlanda.

Il modello plurilingue

La specificità che rende la Libera università di Bolzano unica in Europa è il suo trilinguismo.

L’insegnamento avviene in inglese, italiano e tedesco, piú o meno un terzo per ogni lingua. Gli studenti, al momento dell’iscrizione, devono conoscere almeno due delle tre lingue. Per imparare la terza, studenti e professori hanno tre anni di tempo. Questo sistema ha favorito una forte internazionalizzazione dei docenti e ha portato a Bolzano studenti da 63 paesi. L’anno scorso i presidi delle cinque facoltà erano di cinque madrelingue diverse.

Mentre altri atenei plurilingui – per esempio quello del Lussemburgo o di Friburgo, in Svizzera – offrono corsi di laurea monolingui, a Bolzano la conoscenza delle tre lingue è obbligatoria. In compenso, la possibilità di trovare lavoro dopo la laurea è nettamente più alta che nel resto d’Italia.

Come spiega Lorenz: “Il nostro modello di università occupa un ruolo sempre più significativo nel contesto universitario nazionale. Gli altri rettori non ci considerano più come un’università extra-ordinaria, ma piuttosto come un modello da seguire per l’internazionalizzazione dell’università italiana tout court. Il nostro plurilinguismo suscita molto interesse”.

Il preside invita a superare i cliché che dipingono l’Alto Adige solo come il posto dei mercatini di Natale, dei gerani alle finestre e delle piste da sci

Con i suoi 2.970 studenti, nella classifica di Repubblica la Libera università di Bolzano si piazza al primo posto tra le piccole università. Nella graduatoria del Sole 24 Ore invece risulta quarta tra gli atenei non statali dopo Bocconi, Luiss e San Raffaele.

Lucie Courteau, francocanadese approdata a Bolzano quasi per caso, è stata preside della facoltà di economia fino alla metà di quest’anno. “Ho letto l’annuncio sul Times di Londra e ho dovuto consultare l’atlante per vedere dove si trovava Bolzano. Volevo rimanere qui solo pochi anni per poi trasferirmi in Francia. Ma ho deciso di rimanere perché questa provincia garantisce un’altissima qualità della vita”.

Dalla finestra del suo studio si vedono le cime innevate delle Dolomiti. L’anno prossimo, Courteau si allontanerà per un anno sabbatico per perfezionare la terza lingua: “Vado a Berlino a imparare meglio il tedesco”.

Il preside della facoltà di scienze e tecnologie informatiche, Francesco Ricci, fa lezione in inglese e invita a superare i cliché che dipingono l’Alto Adige solo come il posto dei mercatini di Natale, dei gerani alle finestre e delle piste da sci. “Bolzano è una città molto piacevole”, afferma. “È una realtà multiculturale con una notevole offerta culturale. Noi siamo diventati un’università di eccellenza e, per alcune materie, come gli studi sull’intelligenza artificiale, siamo ormai un punto di attrazione internazionale”.

Da New York a Brunico

Delle cinque facoltà, due sono decentrate: scienze dell’educazione si trova a Bressanone mentre il corso di laurea in management del turismo, dello sport e degli eventi a Brunico, in uno dei comprensori sciistici più belli.

Una stretta collaborazione lega l’ateneo di Bolzano, supportato dalla provincia autonoma, a quelli di Trento e Innsbruck. La facoltà più gettonata è anche la più piccola – quella di design e arte, dove ogni anno il numero dei candidati è il triplo degli ammessi. Il professor Giorgio Camuffo, veneziano e docente di visual communication, si è trasferito a Bolzano da Ca’ Foscari: “La città mi ha accolto bene e mi ha offerto tante opportunità”.

Il matematico Andreas Hamel ha invece optato per un cambiamento molto più radicale: dalla Princeton university di New York, dove insegnava in precedenza, si è trasferito a Brunico, che secondo Il Sole 24 Ore è il “borgo più vivibile d’Italia”. “A Manhattan una famiglia con bambini deve affrontare quotidianamente tanti problemi. Brunico invece è il buen retiro ideale”, commenta Hamel.

Nella cittadina di 16mila abitanti il matematico mette in pratica il plurilinguismo della sua università anche in famiglia: “Qui i nostri bambini frequentano l’asilo italiano. Perché il tedesco e l’inglese lo sanno già”.

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