22 dicembre 2014 12:59
  1. “There have even been occasions in the past when coordinated actions blocked multiple sites around the city simultaneously. But try as I might to think of a precedent, I can’t come up with another time when protesters have engaged in as much spontaneous and simultaneous disruptive action as they have in the two weeks since Ferguson police officer Darren Wilson was not indicted for shooting Michael Brown”. Un articolo su The Baffler sulle marce di protesta a New York per la decisione del grand jury di non incriminare Daniel Pantaleo, il poliziotto che uccise Eric Garner soffocandolo. E qui un time lapse delle strade della città quel giorno.
  2. Sempre a tal proposito, ma più in generale, una lunga e interessantissima analisi di Mark e Paul Engler per Dissent che indaga le ragioni per cui i movimenti non violenti hanno avuto così tanto successo di recente.
  3. Undici poster meta-letterari che vi faranno ripensare il concetto di “meta”.
  4. “Ci rallegriamo, allora, per quest’accusa che cade. Ma non possiamo far finta che non sia stata espressa o che non abbia dettato delle condizioni di carcerazione vergognose. I giorni nelle celle, le ore d’aria rubate, contano nella stessa maniera, nell’aritmetica delle sentenza. Nelle nostre coscienze, nel nostro volere regole giuste per una condivisione di comunità, no”. L’editoriale di Q Code Magazine sulla sentenza che cancella l’accusa di terrorismo per i No Tav.
  5. Nigel Warburton intervista Bruce Hood sulle spiegazioni soprannaturali di eventi naturali.
  6. Volete inviare il vostro curriculum e portfolio per provare a collaborare con un giornale? Leggete prima i consigli di Martin Belam.
  7. Quei matti di Berfrois hanno composto una raccolta di poesie su Jeff Bezos, disponibile gratuitamente con delle copertine bellissime.
  8. “Chi si indigna oggi dimentica forse di non aver voluto ascoltare ieri. Perché giornalisti, operatori, giuristi, sociologi, esperti nell’ambito delle migrazioni e, soprattutto i migranti stessi, le cui testimonianze rappresentano l’elemento di denuncia fondamentale, avevano già da tempo descritto pubblicamente quasi tutte le caratteristiche di questo sistema marcio”. Chiara Denaro e Nicola Grigion sugli abusi del sistema accoglienza migranti nel quadro di Mafia Capitale: dove la deroga ai diritti diventa norma.
  9. Mentre in Colombia proseguono i colloqui di pace fra governo e Farc, è interessante leggere la storia della Comunidad de Paz de San José de Apartadó. Un gruppo di insediamenti che ha deciso di tirarsi fuori dalla logica militare e di sopraffazione reciproca, sviluppando una comunità autonoma.
  10. “Pino è diventato un simbolo dei diritti negati e dei connotati violenti che può assumere il potere. Lui era una persona positiva e ha insegnato a noi e non solo a noi, l’importanza dell’impegno in prima persona”. Riprendo questa bella intervista a Claudia Pinelli sul padre Giuseppe. Quarantacinque anni dopo, è ancora molto importante ricordare e riflettere.
  11. Chi si ricorda di IndyMedia, il più celebre network di attivismo digitale? Tom Liacas ne ha scritto un elogio, e quelli del Lavoro culturale l’hanno tradotto.
  12. Il Nieman Lab ha chiesto ad alcuni esperti cosa si aspettano dal mondo del giornalismo nel 2015. Secondo Zeynep Tufekci, l’anno prossimo ci renderemo davvero conto dell’onnipresenza dei logaritmi nella nostra vita informativa — e non solo.
  13. “Cercasi giovani laureati. Ma nessuno si presenta”. Sicuri sicuri che sia andata così? Il debunking di una storia che non convince su Valigia blu.
  14. Il 12 dicembre, oltre al ricordo della strage di piazza Fontana, a Milano c’è stato anche uno sciopero al contrario organizzato dai ragazzi dello Zam. Ecco il racconto della giornata.
  15. E per finire, volpi sotto la neve.

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