01 febbraio 2015 18:41
  1. Un notevolissimo saggio di Robin James per The New Inquiry, dove si mette in parallelo la pseudorazionalità della cultura algoritmica e quella dell’astrologia denunciata da Adorno.
  2. Andrew Keen è uno dei critici più agguerriti della “cultura digitale”. Mathew Ingram critica a sua volta il nuovo libro dell’intellettuale americano, spiegando dove e cosa sbaglia riguardo a internet.
  3. Camminare nel centro di Beirut è come camminare in una città fantasma.
  4. Su The Nation un invito a rileggere James Baldwin come “guida per questi tempi oscuri”: non solo per le sue analisi del razzismo poliziesco e non, ma soprattutto per la sua più ampia comprensione della natura barbara del “mondo del potere”.
  5. “One reason global poverty has been so intractable is that it remains largely out of sight for those who are not living it, safely somebody else’s problem. The fact that most participants in discussions about global poverty – the readers of this commentary included – know few, if any, people who live below the poverty line is an indication of the extent of the world’s economic segregation. If poverty were communicable, its incidence would be far lower by now”. Su Project Syndicate, Kaushik Basu fa il punto sul perché la povertà globale sia così difficile da sconfiggere.
  6. E ancora sulla povertà: lo stato della povertà infantile negli Stati Uniti (riguarda 14,7 milioni di bambini)
  7. Si parla spesso della contrapposizione fra l’1 per cento più ricco e il restante 99 per cento del pianeta. Ma quanto bisogna guadagnare, di preciso, per far parte dell’élite? La risposta – per quanto riguarda gli Stati Uniti – è su Vox.
  8. Virginia Huges racconta la storia di Lloyd Johnson e della sua lotta contro una rara malattia del sonno, che l’ha reso incapace di rimanere realmente sveglio e attivo (attenzione, è un articolo molto lungo).
  9. Distribuzioni dal basso sta rendendo pubblico, gratuitamente, un archivio storico che conterrà documentari autoprodotti sui movimenti italiani, dagli anni settanta a oggi. Si parte con il video di 1990-1992. Immigrati a Bologna: una stagione di lotta per il diritto alla casa.
  10. La Nigeria spiegata in cinque mappe.
  11. Perché il Belgio, una nazione così piccola, produce così tanti jihadisti? Un gran bel reportage dello Spiegel.
  12. “Appena ricevuto l’incarico per formare il nuovo governo, Tsipras ha fatto due cose per niente formali: è andato a Kesarianì, dove, nel 1944 duecento partigiani greci furono fucilati da fascisti e nazisti, e si è rifiutato – primo presidente del consiglio nella storia del paese – di baciare la Bibbia e inginocchiarsi davanti al capo della chiesa ortodossa”. Luciana Castellina sull’insediamento di Tsipras.
  13. Una “lettura per immagini del fronte istituzionale” del corteo per Charlie Hebdo, di Ivan Carozzi.
  14. “Reading about the protests against police violence in the Us, like many others I noted the issue of police militarization, but wondered more about the shift from the occupation of squares that has characterized many recent large-scale protests and the blockading of highways, bridges and ports”. Una riflessione sul modo in cui le recenti proteste americane contro gli omicidi di giovani neri da parte della polizia si sono concentrate nei blocchi di infrastrutture.
  15. Per chi ha fatto o fa il pendolare, i dati raccolti da Linkiesta sui disagi degli spostamenti casa-lavoro via treni locali confermeranno una triste realtà.
  16. E per finire un consiglio musicale assolutamente gratuito: la nuova canzone di King Woman, in bilico fra post-shoegaze e qualche vaga influenza metal.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it