22 febbraio 2015 15:59
  1. Molto spesso sui mezzi d’informazione i rom e i sinti vengono raccontati attraverso una serie di luoghi comuni, e raramente dando loro la parola. Per questo alcuni di loro hanno scritto una lettera aperta per “non essere usati dai vari giornalisti di turno scatenatori di odio per fare audience o vendere qualche copia in più”.
  2. La crisi degli stati-nazione (soprattutto degli stati-nazione nati dopo il colonialismo) porta nuova acqua al mulino delle teorie federaliste più avanzate. Su Dissent, Samuel Moyn discute due libri recenti al riguardo, con particolare riferimento alla situazione africana.
  3. “Questo, a mio parere, è il punto: non possiamo più parlare o ragionare di una guerra pura, semplicemente perché la nozione di guerra ha cambiato natura. Non esistono più ‘guerre pure’, ma una guerra totale e ‘impura’ nata dalle diverse esigenze e dalla diversa struttura della dissuasione armata. Questa dissuasione non ha più di mira i soli militari, anzi direi che si indirizza essenzialmente ai civili. Vengono da questo salto di paradigma nella natura della dissuasione fenomeni inconcepibili, solo venti o venticinque anni fa, quali il Patriot Act o le prigioni di Guantanamo.” Le riflessioni di Paul Virilio sulla “guerra impura” che caratterizzerebbe la nostra epoca.
  4. Perché alcune donne entrano a far parte del gruppo Stato islamico? E chi sono? E sanno a cosa vanno incontro? Un’analisi di Anakana Schofield, sul blog della London Review of Books.
  5. Cosa ascoltavano o ascoltano Joyce, Svevo, Cortàzar, Oates, Murakami, Rushdie e così via – e in che modo sono stati influenzati dalla musica? Pierluigi Lucadei fa una interessante carrellata, fra cui splende la dichiarazione di T. Coraghessan Boyle: “Ogni scrittore dalla mia generazione in poi scrive solamente perché non ha potuto avere la sua rock band”.
  6. Giuliano Santoro ha elencato differenze e affinità tra Podemos e Movimento 5 stelle; interessante in particolare i modi diversi di ragionare sul concetto di “casta”.
  7. Leonardo Bianchi ha scritto un dettagliato articolo sul perché proseguono le morti dei migranti nel Mediterraneo, sulle responsabilità del contesto italiano e internazionale, e sulla disinformazione che confonde immigrazione forzata con una specie di orda barbarica. A supporto, altri dati recenti che testimoniano come Mare nostrum non incoraggiasse un numero maggiore di sbarchi – limitandosi invece a salvare più vite.
  8. Dopo la liberazione, quali sono le condizioni della città di Kobane e dei suoi abitanti, e in che modo prosegue il cammino verso la ricostruzione.
  9. “Avete mai parlato con Siri? O con Google Now? O Cortana, l’assistente vocale che ha ispirato l’unico spot divertente mai realizzato da Microsoft? Sono tutti servizi utili, più o meno, e soprattutto stupefacenti: parlano, rispondono a domande e danno consigli spesso vaghi, rimanendo avvolti da quel vago retrogusto dickiano del quale ci stiamo abituando così velocemente. Ma sono anche tutte donne, voci femminili, delle lei, volessimo dare un genere a un algoritmo e un po’ di silicio: perché?”. La risposta è un po’ meno semplice del previsto, secondo Pietro Minto nel suo articolo per Studio.
  10. L’evoluzione del canone di bellezza femminile in Iran negli ultimi cento anni, in un video.
  11. Alcuni utenti di Twitter hanno preso l’abitudine di cancellare i propri tweet dopo qualche giorno: più che altro, perché ritengono che la grande maggioranza di essi non siano meritevoli di essere conservati.
  12. “Duchamp’s great achievement – indeed what, despite his claims, makes his work worthy of even my father’s esteem – cannot be found in the particular pieces he made or in the records of games that he played (though some of both were great). Rather, it is a byproduct of the fact that he managed simultaneously to excavate a measure of transcendence in the familiar (a bathroom fixture, a bicycle wheel, a board game) and in turn to render familiar the transcendent—showing us that even if no one else sees it, art is, or certainly can be, encountered everywhere around and even inside us”. Duchamp, gli scacchi, e la sua arte fra esilio e silenzio.
  13. La designer Barbara Bernát ha creato come progetto di laurea degli euro ungheresi. Oltre a essere molto belli, hanno anche un particolare segreto (che scoprite nell’ultima immagine).
  14. La quantità di plastica presente negli oceani è allarmante – e proviene per la stragrande maggioranza dalla Cina.
  15. “Il processo di appropriazione della dimensione estetica da parte del mercato non ha solo coinvolto l’oggetto, il lavoro, ma ha travolto i soggetti, i lavoratori, con l’istituzionalizzazione del lavoro su commissione dentro i meccanismi del mercato del lavoro”. Un articolo di Alessandro Gandini sulla condizione dei freelance, che cita a sua volta un altro bell’articolo di Tiziano Bonini. Da leggere entrambi.
  16. E per finire, le fotografie di alcune incredibili lapidi di mafiosi russi.

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