10 marzo 2017 19:00

Alt-J, 3ww
Gli Alt-J ormai sono un nome di punta del pop mondiale. Soprattutto per merito del loro disco d’esordio An awesome wave, uscito nel 2012, una raccolta di canzoni di ottima fattura con singoli azzeccati come Tessellate, Matilda e Breezeblocks. Già con il secondo album, This is all yours, si era intravisto qualche piccolo segno di stanchezza compositiva. Il 9 giugno la band britannica pubblicherà il suo terzo album, intitolato Relaxer, e questo è il primo estratto. La formula non sembra essere cambiata granché, purtroppo. 3ww è un pezzo che, come spesso succede con gli Alt-J, all’inizio cattura per la sua atmosfera e per il suo suono, fatto di un intreccio di tastiere e arpeggi di chitarra, ma nella seconda parte fatica a venire fuori. L’alternarsi delle due voci, il minimalismo spinto: tutto troppo già sentito.

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Fleet Foxes, Third of May / Ōdaigahara
Il ritorno dei Fleet Foxes è una bella notizia. Di tutti i gruppi folk revival usciti negli ultimi anni, la band di Seattle è sicuramente una delle realtà più solide e in grado di resistere anche alle mode passeggere. Il gruppo, che non pubblica un nuovo album da sei anni, darà alle stampe nei prossimi mesi un nuovo disco intitolato Crack-up. Il primo brano estratto è un “non singolo”, nel senso che non è particolarmente orecchiabile o di facile fruizione. Comincia come un brano folk ma diventa un pezzo prog, chiudendosi con una lunga e ammaliante coda strumentale. Sembra un pezzo dei Grizzly Bear, il che è un bene. Third of May è una riflessione sulle dinamiche interne ai Fleet Foxes, in particolare sul rapporto tra il cantante e chitarrista Robin Pecknold e l’altro chitarrista Skyler Skjelset (il 3 maggio è il suo compleanno, tra l’altro). Se il disco sarà tutto così, non vedo l’ora di ascoltarlo.

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Lorde, Liability
La neozelandese Lorde ha messo online un’altra canzone estratta dal suo nuovo album Melodrama, che ora ha anche una data d’uscita: il 16 giugno. Il brano si intitola Liability ed è coprodotto da Jack Antonoff, già al lavoro con Taylor Swift. Dal punto di vista sonoro, siamo in un territorio tanto tradizionale quanto inesplorato finora dalla cantante di Royals. Liability è una ballata intimista al pianoforte, che esalta l’attitudine sorprendentemente matura di questa ragazza di vent’anni. Comunque la rigiri, la sostanza non cambia: Lorde è brava e la sua voce suona sempre credibile e intensa.

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Benjamin Booker, Witness
Nato in Virginia e cresciuto a Tampa, Florida, da qualche anno Benjamin Booker si è trasferito a New Orleans. La sua musica mescola punk, folk e blues di New Orleans e lui con la chitarra non se la cava affatto male. Il suo primo album, Violent shiver, era un ottimo disco. Dal vivo, Booker è una forza della natura e non a caso è stato scelto come spalla da Jack White. Witness, il primo singolo estratto dal suo nuovo disco in uscita il 2 giugno, vede la partecipazione di Mavis Staples, icona del rhythm and blues statunitense e attivista politica.

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Justin Townes Earle, Champagne Corolla
Buon sangue non mente. Justin Townes Earle è il figlio di Steve Earle, famoso cantautore country e folk statunitense affermatosi sulla scena di Nashville. Il suo nome d’arte fa esplicitamente riferimento a Townes Van Zandt. E da questi due maestri ha rubato parecchi segreti. In questi anni Justin ha pubblicato almeno un paio di ottimi album di Americana, uno su tutti Harlem river blues, e ora si prepara al ritorno. Il 26 maggio uscirà Kids on the streets e questo è il primo singolo, un bel viaggio a quattro ruote dentro il suono del Texas.

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