28 luglio 2016 16:57

Tutti gli studi sono d’accordo: preparare un viaggio è spesso una fonte di grande piacere. Pianificare obbliga a prefigurare, anticipare, immaginare, e di solito lo si fa fantasticando istintivamente su quello che di buono e di bello ci si aspetta. Il piacere scatta nel momento esatto in cui si comincia a pensare di voler partire, ed è un piacere che può essere risvegliato in qualsiasi momento.

Molto più difficile, invece, è mantenere questo piacere una volta tornati, per quanto incredibile possa essere stato il nostro viaggio. I ricordi sbiadiscono, la vita di tutti i giorni riprende il sopravvento. Guardare una foto, usare un oggetto o indossare un vestito comprato in vacanza sono alcuni dei trucchi con cui cerchiamo di prolungare quelle sensazioni, che però raramente hanno la stessa intensità. Perché nulla si avvicina al viaggio stesso.

“Viaggiare aiuta a superare i pregiudizi”, scrive Eliezer Budasoff su Internazionale, citando forse Mark Twain, che diceva: “Il viaggio è fatale al pregiudizio, al bigottismo e alla ristrettezza mentale, e molti di noi ne hanno estremamente bisogno proprio per questo motivo. Le vedute ampie, sane e buone non possono essere acquisite vegetando tutta la vita in un piccolo angolo della Terra”.

Venerdì 29 luglio esce il numero speciale di Internazionale sui viaggi, che resta in edicola tre settimane. Ci si rivede il 19 agosto. Il sito sarà sempre aggiornato.

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