14 ottobre 2014 16:25

“I copy editor mi hanno salvato tante volte”. David Randall, senior editor dell’Independent on Sunday e colum­nist di Internazionale, ha cominciato la sua carriera nel 1974.

A Ferrara, dove ha tenuto un seminario di giornalismo e ha raccontato al pubblico i segreti della sua carriera, gli abbiamo chiesto cosa ha imparato dai copy editor in quarant’anni.

“Quasi sempre sbagliamo perché diamo per scontate le nostre conoscenze: siamo convinti di sapere una cosa e non ci viene neanche in mente di controllarla. A volte mi è capitato di consegnare un articolo al copy editor con la sensazione che qualcosa non andava, ma non riuscivo a capire cosa. I copy editor mi hanno insegnato a riconoscere quella sensazione e a essere più umile”.

Come è cambiata la professione? “Un tempo nei giornali britannici i copy editor erano ex giornalisti, oggi non è più così. È un peccato, perché questa separazione alimenta l’equivoco che il giornalista e il copy editor siano in competizione, mentre dovrebbero lavorare per ottenere lo stesso risultato: un articolo chiaro, corretto e coerente, da tutti i punti di vista”.

Hai mai avuto delle esperienze negative con i copy editor? “Sì, tutte le volte che mi hanno modificato un articolo senza dirmelo. Parlare con l’autore è fondamentale”.

Questo articolo è stato pubblicato il 10 settembre 2014 a pagina 14 di Internazionale, con il titolo “Quarant’anni di revisioni”. Compra questo numero | Abbonati

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