02 dicembre 2014 15:54

“Nel numero 1077, nell’articolo che racconta il viaggio in Giamaica, sotto la fotografia si legge: ‘Rafting sul fiume Martha Brae’. Peccato, però, che nella foto ci siano due turisti comodamente seduti su una zattera di tronchi di bambù guidata placidamente dal proprietario”, ci scrive Andrea Zanello.

In effetti quell’accoppiata fa quasi ridere! Eppure la didascalia non è stata scritta in modo approssimativo. Anzi, è troppo specifica.

L’articolo, infatti, spiega che “sul fiume Martha Brae si naviga a ritmo di reggae”, e precisa: “Qui lo chiamano rafting, anche se non bisogna aspettarsi rapide o adrenalina, ma un’esperienza romantica come sui canali di Venezia”. Il problema è che per scoprirlo bisognava aver letto, prima della didascalia, quasi tutto l’articolo. Ma la lettura dei giornali non funziona così.

Quasi sempre prima di tuffarsi in un articolo i lettori sfogliano la loro copia, scorrono i titoli e i sommari, guardano le foto: vogliono farsi un’idea, capire cosa gl’interessa di più, decidere quale pezzo leggere subito e quale rinviare o non leggere mai. Di fronte a una didascalia poco convincente, non si sentono di certo incoraggiati ad approfondire. Nel nostro caso, gli avremmo reso un servizio migliore scrivendo semplicemente: “Sul fiume Martha Brae”.

Questo articolo è stato pubblicato il 28 novembre 2014 a pagina 14 di Internazionale, con il titolo “A ritmo di reggae”. Compra questo numero | Abbonati

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