29 novembre 2015 13:16

Georges Corm, Pour une lecture profane des conflits
La Découverte, 275 pagine, 11 euro

In momenti come quello che viviamo rischia di sfuggirci un aspetto della riflessione sul terrorismo internazionale che occorre tenere presente. Resistere significa anche rifiutare di pensare come il terrorista, cercare di capire ciò che fa con categorie diverse dalle sue, comprensibili per noi e spiegabili a tutti. Termini come jihad, martirio, fondamentalismo, ci mostrano una realtà lontana e incomprensibile, di fronte alla quale le uniche risposte possibili sono la guerra e, al limite, la preghiera.

Per capire davvero la spinta che muove chi è disposto a farsi saltare in aria bisogna prendere questi termini e confrontarli con qualcosa che conosciamo meglio: con nozioni che possiamo comprendere. Alcuni studiosi per fortuna aiutano ad andare in questa direzione: Olivier Roy, che inquadra l’islamismo radicale in una più generale crisi della dimensione religiosa comune ad altre fedi; Farhad Khosrokhavar, che spiega la radicalizzazione di chi parte per la Siria paragonandola a quella di chi decenni fa praticava la lotta armata, e Georges Corm, che in questo libro propone una lettura “profana” e illuminante dei conflitti che di solito definiamo, sbrigativamente e in modo poco utile, come guerre di religione.

Questa rubrica è stata pubblicata il 20 novembre 2015 a pagina 88 di Internazionale, con il titolo “Come demistificare i terroristi”. Compra questo numero | Abbonati

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