24 settembre 2016 18:00

John Maynard Keynes, Moneta internazionale
Il Saggiatore, 170 pagine, 17 euro

“Non si dovrebbe consentire al creditore di rimanere del tutto passivo. Altrimenti, il paese debitore potrebbe essere gravato da un compito impossibile, ritrovandosi nella posizione più debole per il fatto stesso di essere debitore”. Basta leggere questa frase di John Maynard Keynes per capire quanto sia attuale il progetto che l’economista presentò alla conferenza di Bretton Woods nel 1944, un progetto che i testi qui pubblicati e l’introduzione di Luca Fantacci permettono di seguire bene.

Secondo Keynes per evitare che i debiti tra i paesi si aggravassero conducendo a un blocco dell’economia, occorreva creare un’unione tra paesi all’interno della quale “i crediti ricavati dalla vendita di merci all’estero sarebbero stati disponibili per acquistare i prodotti da qualsiasi altro paese”. La compensazione tra debiti e crediti sarebbe stata attuata tramite una moneta di conto non accumulabile chiamata bancor che avrebbe permesso di riequilibrare le differenze commerciali.

Purtroppo la proposta non fu accolta e prevalse un sistema di cambi fissi tra le valute tutte agganciate al dollaro. Riflettere su quell’occasione mancata fa capire l’origine degli squilibri che oggi ci opprimono.

Questa rubrica è stata pubblicata il 9 settembre 2016 a pagina 90 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati

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