05 novembre 2016 17:45

Romain Gary, Vita e morte di Émile Ajar
Neri Pozza, 125 pagine, 12 euro

“Ho un amico che quando ha le allucinazioni vede serpenti, topi, larve, robe simpatiche insomma. Io no. Io vedo la realtà”. Così scriveva nel romanzo Pseudo, pubblicato con lo pseudonimo di Émile Ajar, lo scrittore Roman Gary. Forse anche per sfuggire a questa terribile sensazione di crudezza del reale l’autore, in una fase in cui sentiva troppo il peso della “faccia che gli avevano creato”, decise di pubblicare sotto pseudonimo alcuni romanzi (oltre al citato Pseudo, anche e soprattutto La vita davanti a sé e Mio caro pitone), ottenendo un successo straordinario e vincendo di nuovo il premio Goncourt, che molti anni prima aveva ottenuto per un libro firmato con il suo vero nome.

Soprattutto Gary stava cercando di risolvere un complicato rapporto con se stesso e la sua opera. Alcuni sospettarono che Romain Gary ed Émile Ajar fossero la stessa persona, ma lui stornò i sospetti rispondendo che era contento che qualcuno notasse quanto questo Ajar avesse copiato da lui. Finì addirittura per mettersi d’accordo con un lontano cugino perché questi interpretasse la parte del misterioso autore dei nuovi romanzi e riscuotesse i diritti d’autore. La verità emerse solo nel 1981, quando fu pubblicato questo testo breve e intenso, divertito e assoluto, scritto nel 1979, poco prima che Romain Gary – o Émile Ajar, che dir si voglia – si togliesse la vita.

Questa rubrica è stata pubblicata il 28 ottobre 2016 a pagina 108 di Internazionale. Compra questo numero| Abbonati

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