04 marzo 2017 18:00

Enzo Restagno, La testa scambiata. Apollinaire fra Picasso e Dora Maar
Il Saggiatore, 156 pagine, 18 euro

Perché nel 1959, dopo aver deciso di commissionare a Picasso un monumento per il suo vecchio amico Guillaume Apollinaire, morto più di quarant’anni prima per le complicazioni di una ferita di guerra, si finì per esporre sopra un grande piedistallo di marmo un ritratto in bronzo di Dora Maar, che era stata l’amante e l’ispiratrice del pittore? Per ragioni piuttosto banali: il comitato degli amici del poeta aveva preferito un busto classico (anche se raffigurava un’altra persona) a una scultura astratta, innovatrice e fedele alla poesia di Apollinaire come quella che Picasso aveva immaginato. Peccato.

In un certo senso quest’opera segnò la fine definitiva di un momento straordinario nella storia dell’arte. È una storia in cui i grandi eventi internazionali (le due guerre mondiali, con in mezzo quella di Spagna) si incrociano con la psicologia di un artista capace di sfruttare al meglio la gente che frequentava, in particolare le donne, senza risparmiargli le sue cattiverie. Esemplare è proprio il caso di Dora Maar, che fu la modella delle donne piangenti di Guernica e che fotografò la genesi di quel quadro. Poi, anche per aver subìto le angherie di Picasso, entrò in crisi e sparì dalla scena parigina per riapparire bizzarramente nel monumento funebre di qualcun altro.

Questa rubrica è stata pubblicata il 3 marzo 2017 a pagina 86 di Internazionale. Compra questo numero| Abbonati

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