07 febbraio 2016 17:27

Luca Doninelli, Le cose semplici
Bompiani, 838 pagine, 23 euro

Emily St. John Mandel, Stazione undici
Bompiani, 408 pagine, 19,50 euro

Da Bompiani, due romanzi recenti che possiamo dire di fantascienza distopica, uno canadese e uno italiano. Quello canadese è di una giovane accorta che sa che il mondo va verso il disastro (una pandemia vista con gli occhi dei sopravvissuti, gente di teatro e simile, nel prima e nel dopo). Fa parte della fitta schiera di “romanzi del post” in voga tra gli adolescenti, significativi per l’ossessività delle previsioni ma, come questo, inutilmente complicati, divertenti e “carini”; ed è un nonsenso.

Il libro italiano è complesso, massiccio, l’esperimento letterario più ambizioso e forte di questa stagione. Anche qui un fosco futuro, e la storia di chi rimane, ma con una cultura e un fuoco da scrittore vero, convinto che il romanzo possa ancora aprire spazi tra l’ombra e la luce. La trama, complessa e “teologica”, è dominata da un salvifico personaggio femminile, naviga tra allegorie e dice cose serissime. Dopo la catastrofe si studino, quella dice, solo le cose utili a ricominciare: letteratura e scienza. La vecchia fantascienza era chiara e spedita. Troppa coscienza affatica, e si pensa: che scrittore sarebbe Doninelli se pensasse di più al destinatario e un po’ meno al mezzo.

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