02 aprile 2017 18:00

Grazia Cherchi, Scompartimento per lettori e taciturni
Minimum fax, 336 pagine, 15 euro

Mi si perdonerà se per una volta segnalo gli scritti di un’amica, scomparsa più di vent’anni fa. Ci unì un lungo sodalizio, insieme a Piergiorgio Bellocchio, nella direzione di una rivista, Quaderni piacentini, che fu molto amata o molto detestata. Grazia Cherchi ne era l’anima e per quell’impresa rinunciò a molto, scrivendo poco per far scrivere gli altri.

In questi testi, raccolti nel 1997 da Roberto Rossi, emerge la vena narrativa, la capacita di sintesi comunicativa, l’acutezza dei giudizi, la moralità ed eleganza della scrittura, l’ironia e la vitalità (oggi qualità rare), basate sulla passione per la letteratura e sulla curiosità esigente per la società di quegli anni, sia la letteraria sia la politica. “Un’antica donna italiana”, la definì un grande poeta, Giovanni Giudici, introducendo questo libro che raccoglie interviste (Fortini, Camilla Cederna, Revelli, Garboli, Benni, La Capria, Zanzotto, Tadini e tanti altri), ritratti (Sereni, Morante, Volponi), recensioni rapide e dense, rette dalla volontà di aiutare i lettori a fare in libreria le scelte giuste, e infine riflessioni sul lavoro editoriale (per esempio sull’importanza dell’editing oggi così trascurato) che andrebbero seriamente meditate da redattori e scrittori.

Questa rubrica è stata pubblicata il 31 marzo 2017 a pagina 88 di Internazionale. Compra questo numero| Abbonati

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