22 maggio 2015 16:15

All’inizio del mese la Corea del Nord ha comunicato di aver lanciato un missile balistico da un sottomarino e il 20 maggio ha annunciato di aver sviluppato una testata abbastanza piccola da essere inserita in un missile. Se fosse vero, in teoria l’esercito nordcoreano potrebbe lanciare un attacco nucleare contro gli Stati Uniti. Tuttavia restano parecchi dubbi sull’affidabilità di questi annunci.

Anche se il governo nordcoreano ha dichiarato che il suo programma nucleare “è entrato da tempo nella fase della miniaturizzazione”, alcuni esperti occidentali sostengono che Pyongyang non abbia ancora perfezionato le tecniche necessarie. Tuttavia Curtis M. Scaparrotti, comandante dell’esercito statunitense in Corea del Sud, la pensa diversamente.

“Credo che a questo punto i nordcoreani siano in grado di miniaturizzare le testate, e potenzialmente dispongano della tecnologia necessaria per lanciare quello che sostengono di avere”, ha dichiarato Scaparrotti a ottobre. Ma per essere sicuri che la testata miniaturizzata funzioni su un missile balistico, i nordcoreani dovrebbero verificare se riesce a sopravvivere al calore e alle vibrazioni del rientro nell’atmosfera, e non hanno ancora effettuato questo test.

Altri pensano che le immagini del lancio sottomarino siano false. Il missile emerge dal mare sotto lo sguardo fiero del leader massimo, ma è evidente che la figura di Kim Jong-un è stata inserita al computer, e in un fotogramma si intravede una chiatta vicino al punto di emersione del missile. In ogni caso, supponiamo che entrambi gli annunci siano veritieri.

Cosa vuole fare la Corea del Nord con le sue armi nucleari? Perché sta cercando così ansiosamente di convincere i suoi nemici di essere pronta a usarle?

La risposta più razionale alla prima domanda sarebbe che le testate di Pyongyang servono solo come deterrente contro un eventuale attacco nucleare da parte degli Stati Uniti. Washington ha un’alleanza storica con la Corea del Sud e il Giappone, e non ha mai promesso di astenersi dall’uso di armi atomiche in caso di guerra tra la Corea del Nord e i suoi vicini.

In un mondo razionale avere abbastanza testate nuclerari da impedire agli Stati Uniti di usare l’atomica concederebbe un grande vantaggio alla Corea del Nord se scoppiasse una guerra nella penisola coreana. L’esercito di Pyongyang è numericamente superiore alle forze di Seoul e a quelle che gli Stati Uniti hanno nella regione, e potrebbe prevalere in una guerra convenzionale. O almeno potrebbe sperare di farlo.

Impressioni fuorvianti
Ma quante testate servirebbero esattamente alla Corea del Nord per convincere gli Stati Uniti a non usare l’atomica? Probabilmente ne basterebbe una dozzina, e secondo Siegfried Hecker, professore di Stanford ed ex direttore del Los Alamos national laboratory, la Corea del Nord ha già raggiunto questo numero, “la metà alimentate a plutonio e l’altra metà a uranio arricchito”.

Il problema è che recentemente la razionalità non è stata la caratteristica principale nella politica della Corea del Nord. Negli ultimi tre anni il leader supremo Kim Jong-un ha epurato gran parte dei collaboratori più stretti di suo padre, Kim Jong-il, e molti di loro sono stati addirittura giustiziati. Intere famiglie sono state eliminate, comprese alcune che avevano un legame di sangue o matrimonio con Kim.

L’impressione che tutto questo stia alimentando il caos politico e un clima di incertezza nella capitale nordcoreana, però, potrebbe essere fuorviante. Il vecchio regime sovietico aveva raggiunto la sua massima stabilità proprio durante le purghe staliniste del 1936-38. In ogni caso, al momento il regime di Kim sembra instabile. Non possiamo dare nulla per scontato, nemmeno la razionalità della leadership.

Dunque non possiamo presumere che le testate di Pyongyang siano solo un deterrente o che Kim Jong-un, dopo 28 anni vissuti in una gabbia dorata e tre anni e mezzo di potere assoluto, sia stato adeguatamente istruito sulle teorie della deterrenza nucleare che sono la prassi tra le potenze nucleari. E di sicuro nessuno nella gerarchia militare nordcoreana ha voglia di impartirgli una lezione in questo momento.

La verità è che il resto del mondo non ha idea di cosa stia accadendo in Corea del Nord. Il mistero si è infittito con l’improvvisa cancellazione della visita nel paese del segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon. Per scoprire cosa ci riserva il futuro dovremo semplicemente aspettare. Nel frattempo gli eserciti dell’Asia nordoccidentale restano in allerta.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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