17 marzo 2014 16:00

La polizia civile di São Paolo è impegnata a capire se i black bloc possano essere assimilati a un’associazione a delinquere.

Il 9 ottobre 2013, dopo che un’auto della polizia è stata ribaltata durante una manifestazione, il Dipartimento per le indagini criminali dello stato (Deic) ha avviato un’indagine e una coppia è stata arrestata e incriminata in base alla legge di sicurezza nazionale, che risale ai tempi dei militari. La ministra per i diritti umani, Maria do Rosário, ha contestato il ricorso alla legge, ma il caso è aperto ed è presentato come la causa scatenante di un’inchiesta dove sono state già interrogate trecento persone.

Si sa poco dell’operazione: l’inchiesta è coperta dal segreto investigativo e gli interrogatori sono usati dalla polizia in modo strategico. Il 22 febbraio quaranta ragazzi sono stati convocati nella sede del Deic mentre a São Paolo stava per partire una marcia contro i Mondiali. Si sono sentiti rivolgere queste domande: “Ha mai visitato la pagina Face­book dei black bloc?”, “Per chi ha votato alle elezioni?”, “È mai stato addestrato in un campo per guerriglieri?”. Secondo i legali della difesa l’indagine è un modo per intimidire chi protesta. L’avvocato Ariel de Castro Alves aggiunge che “non si può incriminare qualcuno sulla base delle sue idee”.

Resta da vedere se la polizia saprà produrre una solida accusa di associazione a delinquere contro dei ragazzini anarchici.

Traduzione di Fabrizio Saulini

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