28 aprile 2016 11:32

Banat. Il viaggio
Di Adriano Valerio. Con Edoardo Gabbriellini, Elena Radonicich, Piera Degli Esposti. Italia/Bulgaria/Romania, 2015, 84’

Banat è la storia di una migrazione, per così dire, contromano. L’agronomo Ivo (Edoardo Gabriellini) lascia la sua Bari (e quella di Antonio Cassano, di cui riviviamo il primo, fantastico gol in serie A a 17 anni) per tentare la fortuna in Romania, paese poco propenso all’immigrazione. Subito prima della partenza incontra Clara (Elena Radonicich), una donna incinta che ha appena lasciato il fidanzato, e s’innamora di lei.

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Andrà a trovarlo in quella terra poco promessa a est, che serve da ambientazione grigia, fredda e deserta per questa improbabile ricerca di un futuro migliore. Molto di più non succede in questo primo lungometraggio di Adriano Valerio. E probabilmente il regista cercava proprio la visualizzazione della desolazione.

I piani sembrano foto, la trama, in realtà, è un caleidoscopio di paesaggi e volti. Tutto molto artistico ma forse troppo costruito. Solo in due occasioni, nei monologhi surreali di due personaggi secondari, il film riesce a brillare. Per apprezzare Banat bisogna essere nel mood, come dicono gli inglesi, dell’umore giusto, e si deve aver voglia di contemplare lunghissime riprese della vita rurale d’inverno in Romania.

Questo articolo è stato pubblicato il 22 aprile 2016 a pagina 88 di Internazionale, nella rubrica Italieni. Compra questo numero | Abbonati

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