18 gennaio 2013 11:11

L’attualità del giorno ci offre - praticamente su un vassoio d’argento - due storie che gettano una luce particolare sulle elezioni e forse sull’Italia stessa.

Alessio De Giorgi, direttore del sito internet gay.it ed ex collaboratore di Matteo Renzi sulla questione dei diritti civili durante la campagna per le primarie del Partito democratico, era stato designato come candidato al senato nella lista Scelta civica di Mario Monti in Toscana. Un modo per mostrare che il cattolicissimo presidente del consiglio, contrario al “matrimonio per tutti”, non è però un omofobo e può essere di larghe vedute.

Troppo larghe però per i quotidiani di destra Libero e Il Giornale (ufficialmente di proprietà del fratello di Silvio Berlusconi, Paolo) e per il sito di scoop e pettegolezzi Dagospia. Appena saputo della candidatura di De Giorgi, la “macchina del fango” come la chiama lo scrittore Roberto Saviano, si è messa in moto. Dagospia ha pubblicato delle foto private del futuro candidato con una drag queen, e i giornalisti di Libero e Il Giornale ci hanno fatto sapere che il possibile futuro senatore era socio di alcune discoteche omosessuali e di un sito di incontri gay. In ogni caso tutte attività lecite.

Così dopo tre giorni di attacchi, De Giorgi ha annunciato mercoledì 16 gennaio che rinunciava a candidarsi (con grande sollievo anche dei collaboratori del Professore). E ha denunciato un metodo che “non è stato utilizzato per nessun altro candidato”. “Ma chi pensavano che fossi? Un monaco tibetano?”, ha scritto su Facebook.

Il caso di De Giorgi è solo un esempio del trattamento che potrebbe essere riservato a chi avesse l’idea (è solo un’ipotesi) di criticare la vita privata di Silvio Berlusconi (è solo un esempio), processato a Milano per prostituzione minorile e concussione. Suona come un ricatto.

E adesso la seconda storia.

Mario Vattani è un fascista convinto. Cantante “fascio-rock” fa parte del gruppo Sottofasciasemplice con il soprannome di Katanga. Console italiano a Osaka, figlio di un importante diplomatico, ex consigliere del sindaco di Roma Gianni Alemanno quando quest’ultimo era ministro dell’agricoltura, è stato rimpatriato dal Giappone dal ministero degli esteri, che peraltro non ignorava i sui eccessi ideologici. Tuttavia la diffusione nel 2011 di un video imbarazzante che lo mostrava sul palco di un concerto organizzato dal movimento CasaPound, un centro sociale di estrema destra con sede a Roma, ha spinto la Farnesina ad agire.

Fine di una carriera e inizio di un’altra. Vattani ha accettato la proposta di Francesco Storace, leader del movimento La Destra, di diventare il capolista di questo partito alle elezioni per il senato nel collegio del Lazio. Ex autista di Giorgio Almirante, il fondatore del Movimento sociale italiano, Storace ha fatto molta strada senza mai perdere di vista l’estrema destra: deputato, presidente della regione Lazio (un posto per il quale è di nuovo candidato), alleato di Berlusconi in Italia e fan di Marine Le Pen in Francia.

Per Vattani non si sarebbe arrivati a questo se lo si fosse lasciato tranquillamente a Osaka: “Lavoravo molto bene in Giappone”, ha confidato il 17 gennaio a Repubblica. “Non conosco altri diplomatici del mio livello che parlino così bene il giapponese”. La sua possibile elezione al senato è forse il prezzo da pagare per l’ingiustizia di cui è stato vittima? “Volevo occuparmi di arte, di musica”, racconta l’ex console.

Insomma, c’è un candidato, Alessio De Giorgi, che rinuncia al senato perché ricattato. E un altro, Mario Vattani, che non avendo potuto fare il cantante rischia di entrarci. Non si sa più cosa pensare.

Traduzione di Andrea De Ritis.

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