15 settembre 2015 15:40

1. The London Souls, Run Zombie Run
Come in The walking dead la storia si fa più interessante quando la presenza degli zombie diventa fastidio di routine, tipo tafani o cicche sotto le scarpe: così questo duo newyorchese citazionista che prende dal cucuzzaro brit, dai Beatles ai Led Zep e via strimpellando fino ai giorni nostri (hanno adeguatamente aperto i concerti di Lenny Kravitz). Una volta che ti sei ambientato in quel solito, solido sound da mortiviventi sixties, ecco che ti scopri a divertirti, lungo tutto l’album Here come the girls, con un’infilata di ballate meticolose e vitali.

2. Micachu & The Shapes, L.A. poison
Dopo gli zombie, gli alieni: né buoni né cattivi, al limite Good sad happy bad, come da titolo del nuovo album del trio avant-pop capeggiato da Mica Levi, sperimentalista inglese nota ai nerd come autrice delle bizzarre musiche di Under the skin, il non meno bizzarro sci-fi horror di Jonathan Glazer con Scarlett Johansson aliena fatale per gli scozzesi. Canzonette per party extraterrestri: surf music pilotata da marzianini di talento, anche se le chitarre sono tutte scordate, le voci filtrate e distorte, e i settaggi elettronici sballati.

3. La Nùa, Orange & cinnamon
L’ora del tè in Campania: una band strumentale dal nome gaelico (significa il nuovo giorno), tre irpini irish roots che si aprono, con la maturazione, a vagabondaggi balcanofili, zufolaggi Jethro Tull, condimenti gitani, accordi di djembé e bouzouki; il tutto per dare vita a un album (Just for taste, per la Rox Records) impacchettato come quelle selezioni di tisane d’erboristeria britannica, arancia e cannella e altri abbinamenti pot-pourri per vivere favole folk, diretti a una festa campestre sempre con un’acustica molto pulita e raggi di sole negli occhi.

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Questa rubrica è stata pubblicata il 11 settembre 2015 a pagina 34 di Internazionale, con il titolo “Zombie marziani gitani”. Compra questo numero | Abbonati

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