19 aprile 2016 20:34

1. Marta Sui Tubi, Spina lenta (feat. Gigliola Cinquetti)
Sono ancora abbastanza giovani e belli elastici, hanno energia e amano il caos. Il loro nuovo album ha un titolo rivelatore: Lostileostile. Come dire: non ammiccano a un pubblico più ampio possibile, sono selettivi all’ingresso, e anche un po’ spigolosi: bisogna avventurarsi circospetti nel loro “rock’n’roipnol”. Però hanno i loro cieli tersi, ed è bello che abbiano invitato una signora della canzone come Gigliola Cinquetti e per l’occasione apparecchiato una ballata come un salotto buono, e loro pettinati e carini. È un bel gesto.

2. Le Pinne, Frau Mescaline
Le Pinne è un intreccio di voci di due donne, narrazioni garbatamente surreali, sparute chitarre, qualche cuscinetto di elettronica soft e qualche nevrosi solubile. Irene Maggi e Simona Severini, spalleggiate da Chris Costa, compilano con Avete vinto voi un album spedito, di gradevole piglio folktronico, che a tratti induce a grattarsi la testa col sorriso ebete da mattino assolato col caffellatte in mano. Ecco, queste Pinne sono da aggiungere alla pila, mai troppo nutrita, delle cose che possono far galleggiare sorridenti al mattino. Mica ciufoli.

3. Underworld, Nylon strung
Un crescendo di pura gioia celeste è un ottimo modo di concludere un album, e l’ultimo degli Underworld (Barbara Barbara, we face a shining future) è un po’ tutte queste cose. Oggi i due (quelli della colonna sonora di Trainspotting) dovrebbero essere dei vecchietti, tra collezioni di golfini e collaborazioni con Brian Eno. Però dimostrano sapienza superiore nel gestire rumori, ritmi, onde elettromagnetiche, vocine, iterazioni ostinate e momenti esplosivi. Magari non si usa più dire né “album” né “electronica”, ma offrono un magistrale combinato delle due cose.

Questa rubrica è stata pubblicata il 15 aprile 2016 a pagina 14 di Internazionale, con il titolo “Gioia e Gigliola”. Compra questo numero | Abbonati

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