25 ottobre 2016 19:00

1. Dente La rotaia e la campagna
Arpeggio iterativo, armonie abbozzate come Simon & Garfunkel colti da sonnolenza sul regionale tra Pizzighettone e Mantova. “Quando una storia finisce ti resta incollata, ti restano i ricordi, i profumi e le immagini. Poi col tempo ti rendi conto che i colori sono diventati tenui e i ricordi sbiaditi. È quasi un peccato, una piccola sofferenza nella riconquistata leggerezza”. Nemmeno un minuto di ballata, dal nuovo album di Dente Canzoni a metà, che funziona come il suo libro Favole per bambini molto stanchi, poche righe e tanto spazio per pensare in mezzo.

2. Nico Sambo La stazione
“Un nuovo treno un altro viaggio”. E scendere alla fermata successiva, per scoprire che è sempre la stessa “cazzo di stazione”. Il livornese Nico Sambo parla così dell’incubo logistico che anima uno dei pezzi più personali e tesi del suo ultimo album Ognisogno, tra schiettezze cantautoriali alla Piero Ciampi e sperimentalismi sonori alla Gong: “Ognuno attende la propria destinazione, un senso, una direzione che spesso non arriva e si resta imprigionati nella routine dell’assenza dalla quale ognuno inevitabilmente cerca una via di fuga”.

3. Joshua Hyslop Last train home

“Mi sono aggrappato alla mia rabbia, e ho visto il sole tramontare sul mio orgoglio”, ma ora “se per te fa lo stesso, cara, prendo l’ultimo treno per casa”. Disarmante metafora ferroviaria per un canto di riconciliazione affettiva. Il canadese Joshua Hyslop ha una sincerità da diretto delle 22.51. Dopo una cinquantina di concerti in case private con annessa socializzazione, sa guardare negli occhi chi lo ascolta. E dal suo album In deepest blue traspare una positività che dà forza contro il caos del cosmo. All’ascoltatore la scelta se immedesimarsi.

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