03 luglio 2015 11:42

Predestination

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La stagione cinematografica comincia a sgocciolare, ma c’è comunque qualche novità interessante. Come Predestination, scritto e diretto dai fratelli australiani Michael e Peter Spierig. È davvero difficile riuscire a spiegare di che si tratta senza fare spoiler. Ci si può limitare a dire che è interpretato da un bel duo di attori – il solido Ethan Hawke e la sorprendente Sarah Snook, volto nuovo del cinema australiano di cui sicuramente sentiremo ancora parlare (anche perché è nel cast di Steve Jobs di Danny Boyle) – e che si basa su un presupposto fantascientifico (in cui c’entra il continuum spaziotemporale) su cui è costruito un giallo-thriller coinvolgente su una specie di unabomber. Il film è intenso, ha le sue giuste lentezze e i due fratelli australiani lo chiudono alla grande anche grazie a un décor di una certa classe. Come dice Ethan Hawke a un certo punto del film, c’è sempre una scelta possibile. Be’ per questo fine settimana Predestination è forse l’unica.

Poltergeist

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Esce in sala anche Poltergeist. Qualcuno ha parlato di reboot, ma sinceramente mi pare un remake puro e semplice. E il problema maggiore di questo film è che non regge il confronto con l’originale del 1982, scritto e prodotto da Steven Spielberg e diretto da Tobe Hooper. In qualche modo, forse, il regista Gil Kenan ha cercato di svicolare al confronto, affidando la sceneggiatura a un premio Pulitzer (David Lindsay-Abaire, vincitore del premio nel 2007 con la sua pièce Rabbit hole) e aggiungendo un drone e un po’ di ironia al tutto (in particolare con la presenza nel cast di Sam Rockwell e Jared Harris). Ma non basta. Il Poltergeist del 1982 è un grande film del terrore, questo è un horror per adolescenti, magari migliore di altri prodotti simili in circolazione, ma sostanzialmente inutile perché davvero non aggiunge nulla all’originale.

Duri si diventa

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Duri si diventa è una commediaccia su un broker (Will Ferrell) che, condannato per frode, finirà in galera. Convinto di non poter resistere a San Quintino, assume un ragazzo (Kevin Hart) che lava automobili (e che lui pensa sia un ex galeotto) come coach che possa insegnargli qualche buon metodo per sopravvivere all’ambiente carcerario. L’accoppiata Ferrell-Hart (uno bianco, scemo e alto, l’altro nero, sveglio e basso) è abbastanza ben assortita, qualche battuta scorretta su afroamericani e omosessuali potrà far sorridere, ma niente di più. Attenzione: il regista, Etan Cohen, non è Ethan Coen. E c’è una bella differenza…

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